Tra i punti positivi delle Linee guida nazionali, la LIPU riconosce un peso maggiore riconosciuto alle Soprintendenze regionali (sulle quali però, si teme, graverà un carico eccessivo di lavoro che rischia di paralizzarle) e inoltre la non applicabilità della procedura che prevede una semplice DIA (Dichiarazione Inizio Attività) per autorizzare impianti di grande dimensione (fino a 1 megawatt), come per esempio torri eoliche alte 100 metri o impianti fotovoltaici estesi su due ettari. Tra i punti negativi – prosegue la LIPU - la mancanza di misure obbligatorie e inderogabili almeno per quanto riguarda i siti di maggiore interesse naturalistico (Unesco, aree protette, ma anche specie faunistiche di importanza internazionale) e il fatto di non aver inserito limiti alla potenza degli impianti.

{affiliatetextads 1,,_plugin}“Salutiamo con favore l’emanazione delle Linee guida nazionali – dichiara la LIPU-BirdLife Italia – che speriamo possano garantire maggiori tutele per l’ambiente e la biodiversità. Ora però le regioni procedano con urgenza emanando le norme attuative: una valanga di progetti potrebbero essere presentati intenzionalmente prima dell’emanazione di tali regole (al fine di evitarne l’applicazione), il che potrebbe significare il colpo di grazia ad aree di estremo valore naturalistico ma anche storico e paesaggistico”.

Sono oltre 11mila – sottolinea la LIPU - i megawatt di potenza eolica, tra impianti realizzati e quelli di prossima realizzazione grazie a pareri ambientali emessi o autorizzazioni uniche già rilasciate.

In questi anni – spiega la LIPU - si è assistito a un proliferare indiscriminato e non pianificato di centrali eoliche industriali che ha gravemente compromesso le aree più sensibili del Paese per importanza paesaggistica oltre che per la presenza di biodiversità, creando distorsioni nei meccanismi del libero mercato fino a vere e proprie situazioni di malaffare. Questo anche perché gli incentivi finanziari (in Italia sono i più alti d’Europa) sono del tutto slegati da criteri qualitativi legati al rispetto dell’ambiente da parte degli impianti.

La stessa dinamica, priva di una cabina di regia, che si è avuta con l’eolico si sta replicando con il fotovoltaico, con distese di pannelli che stanno consumando centinaia e centinaia di ettari agricoli. Riconoscendo l'importanza e la diversificazione delle varie forme di produzione di energia da fonte rinnovabile – sottolinea la LIPU – sarebbe meglio concedere incentivi differenziati, premiando coloro che installano pannelli su superfici già occupate quali i tetti piuttosto che su terreni liberi, causando così un crescente consumo di suolo, oppure per un uso razionale del microeolico.

Oltre alle nuove disposizioni – sottolinea la LIPU – le regioni devono comunque applicare la misura del divieto di eolico nelle ZPS (Zone protezione speciale) contenuta nel decreto "Rete Natura" emanato nel 2007 dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, "una misura che la legge 157/92, al nuovo comma 5bis dell'articolo 1, prevede sia estesa anche agli habitat esterni a queste zone, incluse le importantissime zone cuscinetto".
”Ci appelliamo alle regioni affinché intervengano in modo tempestivo e responsabile – conclude la LIPU – Evitino il collasso di intere aree e l’ulteriore declino di specie animali, nonché la salvaguardia di beni paesaggistico di inestimabile valore”.

24 settembre 2010 - UFFICIO STAMPA LIPU-BIRDLIFE ITALIA