Due sindaci,Iaria di Melito Porto Salvo e Lombardi di San Marco in Lamis,forse involontarie pedine di una storia puttana e servile,contribuiscono con la loro oratoria ed il loro gemellaggio  alla perpetuazione della puerile leggenda garibaldina e all’oblio di coloro che morirono senza tradire la Patria Duosiciliana.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Nel 2002 a San Marco in Lamis, un’enorme lapide veniva  inaugurata in memoria di 22 soldati piemontesi uccisi in uno scontro contro insorgenti fedeli al legittimo sovrano Francesco II,era il 31 dicembre del 1860, su Gaeta, Messina e Civitella del Tronto garriva il vessillo delle Due Sicilie , i nostri soldati furono sbrigativamente definiti “briganti” anche se in pieno diritto si opponevano ad una invasione e ad una guerra non dichiarata dai Savoia. A Melito Porto Salvo,nel monumento eretto a ricordare lo sbarco di Garibaldi, giacciono le spoglie di tre garibaldini,che a leggere le memorie del Garibaldi sulla genealogia dei mille, potevano essere tra gli autori delle rapine,stupri e dissacrazioni subite dai siciliani.

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Quanto ai soldati e insorgenti meridionali,furono fortunati se toccò loro una fossa comune se non lasciati a marcire al sole o in pasto alle bestie,niente lapidi,monumenti,tombe.

Un gemellaggio nato quindi all’insegna della ininterrotta dissacrazione dei nostri progenitori,una storia scritta dai vincitori e dai loro ascari,una storia che i discendenti di quei vinti non dimenticano. La sacra memoria di coloro che si opposero all’orda dei “fratelli d’italia” in difesa di una millenaria cultura e di imprescrittibili valori dovrà avere inevitabilmente un risarcimento .