La questione infatti riguarda gli ultimi 6 chilometri (su 38) che vanno dall'incrocio di San Dana al capo di Leuca: nel progetto preliminare erano previsti ripidi viadotti e vaste rotatorie, secondo la Regione dall'alto impatto ambientale. La Regione aveva invocato - con una delibera di giunta - il cambio di progetto, insistendo per la realizzazione dell'arteria nel tratto tra Maglie e San Dana, più importante per traffico e ricadute economiche e di sicurezza stradale, stralciando la parte finale da mettere in sicurezza introducendo le prescrizioni della "strada parco", di limitato impatto ambientale. "Il Consiglio di Stato - ha detto Pellegrino - ha specificato che si può procedere come ha prescritto la Regione, spazzando ogni riserva e dando il via libera agli appalti".

Tocca ora all'Anas: secondo Minervini "La Regione aveva ragione nel rivendicare la sua centralità nei finanziamenti. La sentenza ci aiuta a capire chi davvero vuole la 275 e chi no. Ora l'Anas può concludere l'appalto e completare l'opera senza annullare la gara.

{affiliatetextads 1,,_plugin}D'altronde, i fondi che la Regione può mettere a disposizione, i 165 milioni, sono sufficienti solo alla realizzazione della Maglie - San Dana. I viadotti della San Dana - Leuca farebbero splafonare la spesa, rendendo di fatto impossibile realizzare la strada. E con la sentenza di ieri si dice no anche alle polemiche propagandistiche della Provincia".

"Sarà la strada del buonsenso - ha concluso la Capone - un'opera che oggi si può fare. E sempre avevamo detto che si potesse realizzare il tratto condiviso tra tutti, quello tra Maglie e San Dana. Poi è nato un incomprensibile contenzioso. Evidentemente il viadotto finale, che sorgerebbe in una piana visibile dai due mari e in una zona archeologica, serviva ad altri interessi rispetto a quelli pubblici".