Bari: Firmato lo storico accordo: la filiera olivicola sarà tutta italiana
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{affiliatetextads 1,,_plugin}Il programma attuale si concretizza nell’acquisto di ulteriori 40mila quintali che cresceranno in maniera esponenziale nel tempo. L’intesa va ad inquadrarsi in una ripresa dei consumi di olio, stimata da Ismea in un + 2% rispetto ai primi nove mesi del 2010 sul 2009 La ricchezza del comparto olivicolo-oleario pugliese trova piena conferma nei numeri. La PLV è pari al 20% della totale Produzione Lorda Vendibile del settore agricolo, per un valore di 600 milioni di euro, così come il comparto partecipa alla composizione del Prodotto Interno Lordo dell’intera ricchezza regionale per il 3%. Si tratta di un vero e proprio patrimonio che va salvaguardato anche attraverso precisi e mirati programmi e progetti di investimento”. L’obiettivo è creare accordi di filiera che ricreino equilibrio all’interno del segmento agroalimentare, dato che oggi per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti oltre la metà (il 60 per cento) va alla distribuzione commerciale, il 23 per cento all’industria di trasformazione e solo il 17 per cento per remunerare il prodotto agricolo. “Il progetto Lupi, sviluppato dagli Oleifici Mataluni in collaborazione con Coldiretti ed Unaprol, nasce dall’idea – spiega il Presidente degli omonimi oleifici, Biagio Mataluni - di portare un prodotto “premium” italiano nella grande distribuzione. La scelta di puntare sul 100% italiano, non è casuale ed è stata dettata proprio dalla volontà di restituire dignità al sistema produttivo dell’olio italiano attraverso il coinvolgimento diretto dei diversi attori della filiera. Due le parole d’ordine: qualità e trasparenza.
Vogliamo un mercato che si segmenti verso l’alto, un rapporto di fiducia stabile e con impegni precisi lungo la filiera per offrire al consumatore il prodotto di qualità che cerca ad un giusto prezzo. Siamo convinti infatti – aggiunge Mataluni - che in questo accordo promosso da Coldiretti e Unaprol, ci siano margini di profittabilità per le imprese olivicole, per la nostra azienda, ma soprattutto garanzie di scelta per il consumatore. Qualità e trasparenza verso i consumatori sono state da sempre le parole d’ordine nella nostra produzione. Qualità significa un prodotto sano e genuino, frutto di controlli attenti e di un monitoraggio costante lungo tutto il processo produttivo”. L’olio extravergine che non raggiunge il mercato attraverso prodotti a marchio dei produttori associati ad Unaprol sarà etichettato con il marchio Lupi e grazie a questo patto di filiera potrà godere di una corsia preferenziale con la GDO. Tutto questo per offrire la possibilità all’olio extra vergine di oliva di alta qualità italiano di far parte delle scelte d’acquisto sempre più consapevoli del consumatore mondiale. “L’accordo - afferma Massimo Gargano, presidente di Unaprol - rappresenta la prima sinergia tra il mondo olivicolo e il settore industriale. Un accordo innovativo in cui l’industria si impegna ad acquistare dai produttori italiani olio extra vergine di oliva e a pagarlo e commercializzarlo secondo un prezzo congruo per le caratteristiche analitiche e sensoriali di alta qualità. La congruità del prezzo – ha poi aggiunto Gargano - sarà individuata e concordata congiuntamente tra i produttori rappresentati da Unaprol e il gruppo Mataluni Oleifici che riconoscerà una premialità ai produttori in funzione dell’andamento del mercato e dei risultati di gestione. Il progetto non ha la finalità della semplice vendita del prodotto, ma passa attraverso la creazione del consorzio EVOLIO che vede seduti nella stessa “cabina di regia” mondo della produzione e dell’industria condividere un unico e grande progetto: la tutela, la promozione e la vendita in tutto il mondo del vero olio extra vergine di oliva I.O.O.% qualità italiana”. La società IOO% qualità italiana si impegna a garantire che il prodotto acquistato sia di alta qualità e congiuntamente organizzerà la promozione del prodotto e l’industria parteciperà come partner cofinanziatore secondo le percentuali previste dai progetti comunitari e nazionali di promozione nel mercato interno e nei Paesi terzi della UE. Il comparto olivicolo-oleario è uno dei settori più colpiti da frodi e sofisticazioni in Puglia. Nonostante il riconoscimento comunitario per 5 oli DOP (Denominazione d’Origine Protetta) al ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’, ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’ ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, sono 160 i milioni di litri di olio di oliva importati ogni anno per essere miscelati con quello italiano ed in particolare con quello pugliese, dato che l’incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale è pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale.
Il valore inestimabile della produzione olivicolo-olearia – incalza il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - va tutelato anche e soprattutto da frodi, sofisticazioni ed etichette volutamente poco trasparenti. Basti pensare all’aumento del 30 per cento delle importazioni di olio di oliva, mentre sugli scaffali dei supermercati – incalza De Concilio - è straniero l’olio di oliva contenuto in una bottiglia su due, ma i consumatori non hanno la possibilità di verificarlo, perché sulle etichette non è ancora obbligatorio indicare l’origine delle olive. Una situazione che mette a rischio gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono alla tutela del paesaggio e dell’ambiente”. Il Gruppo Mataluni, che oggi rappresenta il più grande complesso agroindustriale oleario italiano con una presenza importante nei principali mercati mondiali e con una capacità di dialogo con la GDO nazionale e internazionale, da oggi mette il marchio Lupi a guardia del prodotto I.O.O.% qualità italiana targato Unaprol. A Bari, presentate anche le prime bottiglie della nuova campagna. Sono il frutto di un’intesa strategica che rompe gli schemi e rappresenta un momento di discontinuità in un mercato che ha bisogno di riconoscere sullo scaffale l’alta qualità targata I.O.O.% made in Italy.
I PRIMI APPREZZAMENTI AUTOREVOLI
A corredo della cronaca della giornata barese, l’ufficio stampa della Coldiretti ha raccolto tre brevi dichiarazioni dell’on. Russo, della senatrice Mongiello e del Comandante dei NAS Piccinno... "Sono 3 gli impegni che dobbbiamo rispettare prima del periodo natalizio: finanziamennti all’ISMEA pe la piccola proprietà contadina, la fiscalizzazione degli oneri sociali e l’approvazione dell’etichettatura obbligatoria. In quest’ambito l’accordo odierno rappresenta un esempio storico ispirato ai principi di eticità" ha detto il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Paolo Russo. Medesimo impegno è stato assunto da Colomba Mongiello, membro della 9^ Commissione Agricoltiura del Senato: "E’ certamente un passaggio importante l’approvazione dell’etichettatura obligatoria. Se non assicuriamo un provvedimento del genere in Italia, non possiamo aspettarci che altri Paesi Europei lo facciano. Poi, serve un coordinamento degli organismi preposti al controllo, sono tanti ma non dialogano tra loro". "L’olio è certamente il prodotto più esposto alle sofisticazioni. in un anno in Puglia sono stati effettuati 306 controlli, sequestrati 13mila chilogrammi e arrestate 43 persone. Il profitto è alto e la sanzione è minima. La domanda: mi conviene andare a spacciare stupefacenti o un pò di olio dove le sanzioni sono ridicole. Proprio ieri i NAS di Foggia hanno sequestrato un oleificio di 800 mq completamente abusivo. L’Italia non è il Paese dove vi sono più frodi, ma il Paese dove vi sono più controlli" ha concluso Cosimo Piccinno, Generale di Brigata Comandante dei NAS.
{affiliatetextads 2,,_plugin}LE STIME PRODUTTIVE
In Puglia (+10/15%) anche quest’anno le stime restituiscono l’immagine di una regione divisa in due, dove la ripresa è totalmente ascrivibile al Salento, mentre al Nord, pur con le dovute differenze, si evidenzia una lieve contrazione delle produzioni. Dopo l’ottimo dello scorso anno, nella provincia di Barletta, Andria e Trani, la causa principale della flessione è da attribuirsi al normale alternarsi di carica e scarica. Fioritura ed allegagione possono, infatti, definirsi solo discrete. Tra le due fasi, inoltre, si sono verificate avversità climatiche, quali umidità e basse temperature. Anche la fruttificazione è rimasta su standard tipici di un’annata non abbondante. Lungo la fascia costiera si rilevano significativi danni causati dalla mosca dell’olivo. Nella fascia costiera c’è un buon attacco di mosca. Maggiore rispetto alla media anche la cascola dovuta alla presenza di tignola. Situazione analoga nel Foggiano, dove pioggia ed umidità non hanno favorito né la fioritura né l’allegagione. Nella provincia però la situazione non è omogenea. Il Gargano, infatti, potrebbe essere in crescita, dopo la scarsa produzione del 2009, mentre nelle altre aree si stima una riduzione, dovuta anche al fenomeno dell’abbandono. Come nel Barese, anche nel Foggiano a settembre si è verificata cascola dovuta all’attacco di tignola. Nella fascia costiera e nell’Alto Tavoliere c’è stata presenza di mosca. La raccolta è iniziata già dalla prima settimana di ottobre. Come detto, l’aumento previsto per l’intera regione è imputabile alle province salentine ed in particolare a Lecce. Determinante è stata l’alternanza tra carica e scarica. Da ricordare, infatti, che lo scorso anno la provincia leccese si era attestata sul livello minimo degli ultimi dieci anni. Nel Salento in generale le diverse fasi si sono susseguite in modo molto regolare. Ottima la fioritura, mentre l’allegagione è stata condizionata dall’umidità alternata alle alte temperature, così come la fruttificazione.