Una circolare del Ministero dello Sviluppo economico dell’anno scorso, la n. 7021 del 3.12.09, per esempio ritiene “ingannevoli e potenziale fonte di concorrenza sleale le modalità di presentazione dei prodotti di imitazione che richiamano in maniera inequivocabile i lievitati classici di ricorrenza (forma del prodotto, forma della confezione, immagine) e che si distinguono da essi solo per il fatto di utilizzare, in maniera poco evidente (fondo della scatola, caratteri piccoli, ecc…) denominazioni alternative”. Accade non di rado, infatti, di trovare esposti in bella mostra sullo stesso ripiano del supermarket gli uni accanto agli atri panettoni e pandori “veri” e  sosia “poveri che spesso finiscono con l’ingannare i consumatori i quali sono spesso indotti in errore dal posizionamento delle due categorie di prodotti.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Eppure, come detto, la differenza di preparazione e l’utilizzo di ingredienti diversi - da una parte l’impasto a lievitazione naturale e l’utilizzo di farina, burro, uvetta, uova fresche e canditi mentre dall’altra, l’utilizzo abbondante di margarina al posto del burro o processi di lievitazione forzata – dovrebbero obbligare i titolari dei supermercati a diversificare la vendita dei due diversi tipi di prodotto anche perché è lo stesso Ministero a vietare ogni tipo di pubblicità o forma di presentazione ingannevole: ma purtroppo questo non sempre accade.

Non ci resta che appellarci all’attenzione dei consumatori a guardare con prudenza le confezioni prima di ogni acquisto e vigilare e segnalare tutte le potenziali fonti di inganno o di concorrenza sleale alle autorità di controllo per evitare che gran parte degli acquirenti continui a cascarci.