28 Dicembre: Fumata nera per i medici ed infermieri precari.
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Invece è mancata la tenacia e la grinta, nell’affrontare una operazione politica, estremamente delicata. Concretamente abbiamo ricevuto un semplice paliativo, un sedativo, per sopportare meglio l’agonia, che precede la morte. Infatti, a fronte del processo di stabilizzazione e di una congrua e dignitosa proroga, i medici, tecnici ed infermieri hanno visto spostare di soli tre mesi il termine del contratto. Noi consapevoli del grave male di cui eravamo affetti grazie ad una diagnosi precoce, abbiamo lottato, creando un comitato, nonostante le forze sociali preposte alla tutela del lavoro e alla tutela della salute hanno preferito abbandonare il paziente agonizzante, ad una morte lenta e silenziosa.
{affiliatetextads 1,,_plugin}Conferma della nostra solitudine, si è manifestata nel consiglio regionale, con l’assenza di una parola di conforto nei nostri riguardi, e anche fuori, tra i manifestanti, per la scelta di alcune forze sindacali di aver cura, della parte più forte, numerosa, e chiassosa. Per noi medici ed infermieri in prima linea nelle trincee dei Pronto soccorso, Rianimazione, Utic, Cardilogia, della Puglia, è mancata anche la possibilità di confrontarci e di farci ascoltare. Nessuno a voluto il 28 dicembre ascoltar il nostro pianto, e comprendere il nostro lamento. A tutti è stato concesso di interloquire con le forze politiche, tranne che a noi, che da mesi chiedevamo chiarezza. Ma d’innanzi al dato certo, incontrastabile, diseguale, ma discutibile, del blocco delle proroghe dignitose, e del processo di stabilizzazione, imposto dallo Stato, e d’innanzi la costante attenzione della Corte Costituzionale all’ operato del governo regionale, quest’ultimo non ha avuto ne il coraggio di salvare il salvabile, ne di chiarire le sorti.
Dunque riepilogando a causa del blocco del turnover (L.122/2010), del patto di stabilita del 2011 (firmato nella conferenza stato-regione), del piano di rientro, e della legge di bilancio regionale, i medici ed infermieri che da anni lavoravano continuativamente, ricoprendo vecchie vacanze delle piante organiche, come dipendenti con contratti a termine, il 31.03.2010, andranno a casa.
Per loro sarà impossibile trovare altro impiego, mentre le ASL indicono nuovi avvisi pubblici, ed assumono per mobilità.
Questa scelta imposta, non tiene conto in alcun modo della riduzione quantitativa e qualitativa delle prestazioni sanitarie, della lesione del diritto alla salute per i pugliesi causata dalla prevedibile ed inevitabile interruzione di pubblico servizio che si verificherà.
Al contrario, a noi medici ed infermieri precari da anni, sembra opportuno, contrastare ciò che è palesemente ingiusto, anche se imposto, e porre in essere una programmazione della stabilizzazione, in tempi brevi, come previsto dalle direttive europee, dalle norme nazionali di pubblico impiego e confermato di recente dalla Corte di Cassazione Civile, questo, per non disperdere
preziose competenze professionali, la cui formazione ha avuto un costo non indifferente per la collettività, e per permettere di rispondere alla crescente domanda di salute dei cittadini pugliesi.
Bari, li 28 dicembre 2010
Domenico CIRASOLE - Presidente COMITATO S.p.A. (PROFESSIONISTI – SANITARI – PRECARI)
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