Inoltre, ha sottolineato l’assessore, “nei processi di esternalizzazione si sono verificate situazioni in ragione delle quali, dopo l’aggiudicazione dell’appalto, si è spesso proceduto al una estensione del numero degli addetti in una logica clientelare finalizzata all’acquisizione del consenso”.

{affiliatetextads 1,,_plugin}La decisione di procedere alla cosiddetta internalizzazione, attraverso società private a proprietà interamente, mirava ad una razionalizzazione del sistema “introducendo regole certe e puntando ad una maggiore economicità ed efficienza”. E, secondo Fiore, i risultati di questa scelta si sono rivelati positivi: “La prima società in house è stata costituita presso la ASL FG dove il fenomeno degli esternalizzati risultava più accentuato e dove sono stati registrati risparmi significativi, un miglioramento qualitativo dei servizi, una riduzione del part time del 50% e un tasso di assenteismo inferiore all’1%”. 

Ma, in seguito ai vincoli posti dal Piano di rientro sottoscritto con il Governo, il Consiglio regionale ha varato il 22 settembre scorso una legge regionale che bloccava ulteriori internalizzazioni, salvaguardando però quelle avviate. Una decisione giudicata insufficiente dal Governo che ha chiesto un deciso colpo di spugna su questa partita. L’assessore Fiore chiede ora di poter discutere questa richiesta, nel tentativo di salvaguardare posti di lavoro: “Occorre fare uno sforzo comune per riaprire questa tavolo, salvaguardando le realtà che si sono determinate, partendo dai risultati positivi registrati e nell’auspicio che prevalgano sugli elementi ideologici”.

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