Si vara l'Anagrafe Pubblica della Green Economy
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"I cittadini pugliesi e noi con loro - dicono - guardiamo con ansia e speranza agli sviluppi di oggi, in attesa del varo urgente della Moratoria per il blocco di questo più che barbaro assalto alla Puglia, e per l’apertura della attesa fase di BONIFICA del territorio e di ritorno alla legalità! Il Forum Ambiente e Salute rete coordinativa di comitati, movimenti ed associazioni a difesa del territorio pugliese e della salute dei pugliesi, congiuntamente all’associazione Save Salento-Salviamo il Salento in prima linea nella difesa della legalità, esprimono i ringraziamenti più vivi ai gruppi politici della Regione che hanno fatto propria la proposta dell’ “Anagrafe Pubblica” di tutti gli impianti fotovoltaici, eolici e a biomasse realizzati o in iter autorizzativo.
{affiliatetextads 1,,_plugin}Si ringrazia pertanto l’Italia dei Valori-Puglia, ed in particolar modo la sezione di Brindisi dell’ IdV che ha fatto da apripista adottando l’iniziativa lanciata dai comitati per salvare la Regione e riaffermare la legalità tanto rovinosamente smarritasi, e che ha posto a tutto il suo partito regionale e all’Assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro, ex-magistrato, dell’IdV, la necessità del massimo sostegno per l’approvazione del provvedimento urgente di anagrafe-censimento ed indagine del settore della Green Economy Industriale. Ringraziamenti, abbiamo già pubblicamente manifestato, all’ UDC, Unione Democratici Cristiani di Centro-Puglia, i cui consiglieri regionali hanno per primi fatto proprio e tradotto in bozza di legge regionale la nostra proposta di anagrafe.
Dalla stampa abbiamo poi appreso, con fiducia e speranza, dalle dichiarazioni dello stesso Presidente Nichi Vendola che il suo partito il SEL e la sua maggioranza alla guida della Regione Puglia appoggeranno la conversione in Legge Regionale dello strumento di indagine dell’anagrafe pubblica. Allo stesso modo anche il capogruppo del PDL alla Regione, Rocco Palese, ha ribadito la necessità dell’istituzione dell’anagrafe. Esprimiamo pertanto ringraziamenti a SEL e PDL, nonché a IdV ed UDC, per questa importante convergenza, che fa onore a tutti, perché si possa intraprendere tutti insieme il primo passo per la salvezza della Puglia!
La catastrofe ingenerata dalla speculazione della Green Economy Industriale è tale da richiedere la massima serietà ed il massimo senso delle istituzioni, perché lo Stato possa dare ad ogni livello la risposta migliore perché si possa finalmente tornare a perseguire il Bene Comune dei cittadini. Se la gravità del “caso Puglia” emerge, indirettamente ed in maniera terrifica, dai dati impressionanti del gestore delle reti elettriche nazionali, il GSE, Gestore dei Servizi Elettrici, che parlano di domande per la realizzazione di migliaia di impianti industriali di produzione d’energia da fonte solare, eolica e a biomassa, tutti in Puglia e tutti con pannelli ubicati su suoli agricoli e naturali e pale eoliche mastodontiche innalzate sulla terraferma ed in mare, già l’indagine satellitare sta mostrando una terra “irriconoscibile” piagata su centinaia di ettari dalla realizzazioni di morte desertificate distese di teorie infinite di pannelli, e resa tetra dalle ombre lunghe stese dalle torri d’acciaio falcidia uccelli e causa di gravi inevitabili sindromi da stress per i poveri abitanti vessati sotto la loro rumorosa ed alienante mole.
{affiliatetextads 2,,_plugin}Un territorio ammalato, ferito, danneggiato in maniera così estesa grave e diffusa, fiaccato nella sua tipica economia locale agro-silvo-pastorale e turistica, da potersi paragonare solo ad un territorio sotto bombardamento nemico, in stato di guerra! In Puglia! La Puglia! Vergogna! Lo strumento dell’anagrafe dovrà riguardare tutti gli impianti d’energia rinnovabili presenti, già autorizzati costruiti in costruzione o ancora non realizzati, e quelli in iter autorizzativo, con riferimento ai progetti ovunque realizzati o previsti, sulla terraferma o in mare, e di qualsiasi potenza, d’eolico, biomasse e fotovoltaico, di tipologia “industriale”, termine che significa destinati alla vendita prioritaria dell’energia prodotta e non per autoproduzione e autoconsumo in loco dell’energia, ma anche per questi ultimi, al fine di stanare frodi e falsi, l’anagrafe dovrà estendersi a tutti gli impianti di potenza superiore o uguali a 5 kW. Lo strumento dell’anagrafe nasce al fine di fornire ai cittadini, ma, anche e soprattutto, alle forze dell’ordine e agli stessi amministratori e funzionari, gli strumenti ed i dati per comprendere come sia stato possibile giungere a questo punto disastroso, con autorizzazioni rilasciate e leggi regionali adottate, che hanno consentito la distruzione, in uno sconvolgimento inenarrabile ed inaudito, di tutto ciò che si associa e si connatura nella memoria collettiva al termine Puglia, i suoi paesaggi naturali e rurali, la sua biodiversità, la sua cultura, la sua salubrità, la sua economia agro-silvo-pastorale e turistica d’eccellenza vere fonti genuine di ricchezza per i cittadini! L’anagrafe deve poter essere consultata via internet liberamente dai cittadini in ottemperanza e rispetto della Convenzione Europea di Aarhus, sottoscritta dall’ Italia.
L’ anagrafe nasce anche, dunque, per divenire uno strumento urgente per l’autoriflessione delle istituzioni, per un’autodiagnosi al fine di individuare le proprie falle ed i punti deboli del sistema istituzionale pugliese, ad ogni livello di potere, da quello esecutivo, a quello legislativo fino a quello giudiziario, al fine di potervi rimediare con urgenza! Auspichiamo pertanto che lo strumento dell’anagrafe, nel passaggio di prima valutazioni in commissione lunedì a Bari, non sia ridimensionato e depotenziato, sotto l’influsso malsano e aberrante delle pressioni della mala lobby della Green Economy Industriale; evento questo intollerabile che segnerebbe un'altra sconfitta della democrazia in Puglia, declassando l’anagrafe a semplice provvedimento-fumo gettato negli occhi degli ormai insofferenti cittadini! Auspichiamo al contrario che lo strumento dell’anagrafe sia potenziato ancor più, e reso ancor più spinto nel livello d’indagine ed approfondimento, al fine di costituire davvero il primo passo verso il ritorno della moralità amministrativa, e per la riaffermazione di una legalità vera! Sebbene, le recenti denunce della Commissione Bicamerale Antimafia, in trasferta d’emergenza in Puglia, sulla connaturata commissione tra mafie e borghesia politica pugliese nel settore iper-speculativo del drogato mercato della Green Economy Industriale, sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso, “aprendo gli occhi” anche ai politici ed amministratori più visceralmente responsabili dell’accaduto, in prima persona, non si doveva giungere a questo, non si doveva attendere, sperando magari di farla franca, la conclamazione più alta ed ufficiale possibile di quanto era ormai da mesi più che palese ed evidente: l’esistenza di tutta una trama a vari livelli, di un disegno ben congeniato, di cui è stato purtroppo perno pseudo-legittimante lo stesso Ente Regione, nostro malgrado, per permettere che avvenisse qui in Puglia, e non altrove, quella che è probabilmente la più grande e devastante speculazione della storia della Comunità Europea! Non serviva scoprire la presenza della mafia, o della malavita in generale, o della corruzione, o della speculazione, per fare marcia indietro! E’ stato un fallimento doppio questo, perché è la paura che ora muove indietro sui passi percorsi! Doveva essere invece il buon senso, la rettitudine, la lungimiranza, la saggezza a fare capire tutta l’intrinseca aberrazione di un sistema che, al di là delle giustificazioni economiche, finanziari, persino pseudo ambientaliste, consente, pratica questa di massima immoralità, di ubicare impianti industriali per la vendita dell’energia nei campi agricoli, ed in aree naturali, qualsiasi esse siano, al posto della vita e della biodiversità, consente di distruggere l’orizzonte quotidiano dei cittadini con una o più torri eoliche mastodontiche e falcidia uccelli, consente di avvelenare l’aria con i fumi della combustione delle biomasse costruendo altre centrali in aggiunta a quelle già esistenti di combustibili fossili! Se davvero fosse stata buona fede ambientalista quella sottesa alle cosiddette “biomasse”, ad esempio, si sarebbe andati ad interagire con le ditte che bruciano già nocivi combustibili fossili, chiedendo che sostituissero parte del carbone fossile, e tecnicamente è un processo semplicissimo, con le biomasse, e questo nelle stesse fornaci, non facendone costruire delle altre in aggiunta, in altre centrali private di meri speculatori, e permettendo anche di continuare indisturbate a bruciare a bruciare carbone le preesistenti, pur il tutto in una Puglia, che già produce, con gravi danni ambientali, surplus e surplus d’energia elettrica rispetto il locale fabbisogno, da esportarla con gravi perdite ed inquinamento elettromagnetico durante il trasporto!
{affiliatetextads 4,,_plugin}Allo stesso modo, se davvero fosse stata buona fede ambientalista quella sottesa al “fotovoltaico” contro la desertificazione naturale da “effetto serra”, non si sarebbe permesso di ubicare i pannelli nei campi al posto della vegetazione, terreni che si potevano benissimo invece rimboschire con essenze autoctone, e che per il fotovoltaico son stati letteralmente desertificati e sventrati artificialmente, avvelenati con diserbanti, ma si sarebbero ubicati i pannelli solo sui tetti delle strutture recenti, superfici biologicamente morte queste ed estesissime, e con nessun impatto ambientale o estetico, o anacronismo storico! E la Regione Puglia, così come alcuni imprenditori coinvolti, ma anche alcuni politici di vari orientamenti, mosche bianche con forti legami ed interessi poco chiari, hanno avuto ancora il coraggio di parlare di regole e linee guida “per la realizzazione di altri impianti industriali d’energia rinnovabile in Puglia”! Altri impianti!? Ma siamo alla pazzia più grave! Alla totale perdita di ogni misura e raziocinio! La gente di Puglia, sta chiedendo la fine di tutto questo scempio che lede la VITA di Puglia, in ogni sua forma da quella animale a quella vegetale ed umana! O forse non è chiaro!?
La gente di Puglia, sta esprimendo la sua voce nei mille comitati, ovunque sorti come globuli bianchi nell’emergenza, nel crollo scandaloso del sistema statale e regionale, nella latitanza e corruzione di chi è stato chiamato a perseguire il bene comune; comitati riduttivamente chiamati “ambientalisti”, in realtà espressioni della civile affermazione di resistenza, di conservazione e difesa di diritti inalienabili, e del diritto alla libertà e alla preservazione del proprio habitat, calpestati da chi istituzionalmente preposto invece a coltivarli! La gente di Puglia, dal Foggiano al Capo di Leuca, chiede di fermare tutta questa follia chiamata Green Economy Industriale, con l’urgente moratoria e ritiro delle autorizzazione già concesse, con la denuncia e repressione dei reati attraverso l’anagrafe pubblica ed una urgente maxi-inchiesta su quanto già avvenuto, e l’avvio della bonifica urgente da pannelli e pale delle campagne di Puglia, con ripristino dello stato dei luoghi danneggiati, rimozione di tutti i materiali importativi a scopo industriale e avvio, per tornare ad essere un minimo credibili, di una vasta politica di rimboschimento pubblico e privato della Regione, per aiutare davvero il clima, e migliorare la fertilità dei terreni danneggiati dalle ruspe, il paesaggio e la salubrità della Puglia tanto oggi fatta ammalare e portata sull’orlo di un baratro quasi senza ritorno! Non serve a nulla ora parlare sbandierando di “solarizzazione delle città” con pannelli fotovoltaici ubicati sui tetti delle abitazioni e strutture di epoca recente, che dovrebbe rientrare nelle azioni virtuose di normale amministrazione dell’Ente Regione, di tacito ottemperamento ai suoi doveri: non è epoca di sbandierare orpelli, “specchietto per allodole”, per distrarre l’attenzione dall’emergenza, non è più l’epoca delle parole aggiunte a parole che nulla possono dire, ma solo disgustare, vi è un paesaggio che parla a tutti e comunica davvero, quel paesaggio di Puglia oggi dice al mondo intero di non seguirne l’esempio! Solo quello steso paesaggio potrà dirci quando i rappresentanti politici dei pugliesi saranno tornati a perseguire il bene comune e avranno abbandonato la corruzione: “dove l’ambiante si degrada, anche l’uomo si degrada, e viceversa”! Invitiamo infine con la massima urgenza la Regione Puglia ad operare a livello nazionale per l’istituzione del “federalismo energetico” delle regioni d’Italia, in seno alla svolta federalista che sta imboccando lo stato italiano o indipendentemente da questa, consistente nella affermazione della impossibilità di produrre in una regione energia elettrica in quantitativi superiori al locale fabbisogno, in maniera da avviare il forte depotenziamenti e la chiusura delle centrali elettriche industriali in Puglia, da ogni fonte, rinnovabili incluse, fino a raggiungere il tetto corrispondente al locale fabbisogno regionale, e coadiuvare così la graduale sostituzione delle fonti fossili con l’energia prodotta in maniera diffusa con gli impianti solari fotovoltaici istallati sui tetti degli edifici moderni, rompendo alla radice ogni tentativo locale, nazionale o sovranazionale immorale di fare della Puglia, a danno dei pugliesi e della Puglia stessa, colonia energetica d’Italia asservita ad altre realtà extraregionali!
Suggerimenti per la stesura del testo ufficiale l’anagrafe riportiamo di seguito dei punti ad integrazione del testo già presentato in bozza dall’ UDC (Anagrafe pubblica degli impianti di produzione elettrica da fonte rinnovabile) 1. E’ istituita l’anagrafe pubblica degli impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. L’Anagrafe ha lo scopo di registrare e rendere pubblici gli impianti uguali o superiori a 5 kW sul territorio regionale. 2. L’anagrafe di cui al comma 1 è realizzato su piattaforma internet predisposta allo scopo e in cui sono registrati tutti i caratteri distintivi degli impianti di produzione elettrica da fonte rinnovabile. Essa è accessibile a chiunque ed espone con chiarezza almeno i seguenti parametri : - Tipologia di impianto (eolico, solare, biomasse, geotermico, idroelettrico, ecc) - Proprietà e Società gestore (riservato in caso di impianti residenziali inferiori a 20 KW) comprensivi di sede e sue varianti storiche, Partita IVA, Codice Fiscale, capitale sociale. Il dato deve comprendere anche passaggi storici, fusioni, volture, trasferimenti proprietari dell’impianto a partire dal soggetto beneficiario dell’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto. Informazioni finanziarie sugli istituiti di credito coinvolti, sulle compartecipazioni, ecc. - Autorizzazione Unica o altro titolo abilitativo finale rilasciato alla realizzazione e all’esercizio dell’impianto, nonché successive autorizzazioni o titoli abilitativi per gli ampliamenti o varianti allo stesso impianto.
Lo storico dell’iter autorizzativo con le varie interazioni e pronunciamenti dei differenti enti coinvolti, e dati e dettagli estesi su eventuali procedimenti di ricorsi amministrativi endoprocedimentali di varia natura e presentati da vari soggetti inerenti il progetto e la sua autorizzazione. - Ubicazione dell’impianto con indicazione della Regione, Comune, località e coordinate georeferenziate della parte centrale dell’impianto se omogeneo (es. impianto solare) o di ogni parte di esso se frazionato (es. turbine eoliche). - Potenza complessiva dell’impianto e delle parti che lo compongono comprensivi di eventuali potenziamenti a varianti. - Descrizione dell’impianto e delle principali parti che lo costituiscono (es. n. di aerogeneratori o numero dei moduli fotovoltaici, estensione e tipologia della superficie occupata – agricola o urbana-, ecc) comprensivi di variazioni nel tempo. Documentazione fotografica accurata a raffronto della zona d’impianto prima e dopo la realizzazione degli impianti dal maggior numero di angolature, e attraverso confronto di foto aeree e satellitari. - Dati cartografici, planimetrie dettagliate ed elaborati e documentazioni tecnica dell’impianto da progetto e sue infrastrutture connesse (come cavidotti, cabine di trasformazione, ecc.), loro varianti in corso dell’iter autorizzativo, e confronto con lo stato dell’arte sul campo.
- Stato dell’impianto: richiesta di connessione al gestore della rete (come rilevata dal gestore), autorizzato e in attesa di realizzazione, in fase di realizzazione, in esercizio, sospeso, dismesso.
- Una banca dati su eventuali ricorsi amministrativi o dati su denunce che hanno visto coinvolti gli impianti, con una ricerca storica di rassegna stampa su eventuali proteste giunte da cittadini, politici e amministratori vari avverse alla realizzazione degli impianti per i più svariati motivi di interferenza con valori ed interessi preesistenti, o lesione di diritti altrui di singoli o di intere comunità locali.
- Informazioni su quanti impianti facciano riferimento agli stessi soggetti proprietari, o alle medesime ditte, informazioni sulle ditte che hanno dichiarato medesime sedi legali, ecc. Possesso di certificazione antimafia ed altre certificazioni da parte delle ditte. Fornitura di dati atti ad appurare la provenienza dei capitali investiti. Il tutto pre-indagato, ma anche accessibile al cittadino mediante ricerca elettronica.
- L’ anagrafe deve essere redatta e controllata da personale differente dai funzionari pubblici che abbiano già operato o siano legati a uffici già coinvolti nel rilascio di autorizzazioni, con i quali l’interazione sarà comunque inevitabile, o legati ad organizzazioni ambientaliste che hanno manifestato interessi di coinvolgimento nel business nel settore delle rinnovabili, o legati a dipartimenti, regionali o meno, per lo sviluppo delle energie rinnovabili, o ancora legati ad aziende operanti nel settore interessato.
- E’ fatto obbligo ai soggetti esercenti e ai proprietari degli impianti di cui al comma 1 di trasmettere all’anagrafe i dati dell’impianto in esercizio o autorizzato, secondo i parametri identificativi di cui al comma2. Le trasmissioni sono rese sotto la piena responsabilità dei dichiaranti. In caso di accertamento di dichiarazioni false o mendaci perseguite dall’Autorità giudiziaria l’accesso agli incentivi viene sospeso per un tempo non inferiore a 6 mesi.
- Nell’anagrafe di cui al comma 1 confluiscono e sono rese pubbliche anche tutte le istanze di connessione presentate al gestore della rete nazionale per progetti di impianti uguali o superiori a 100 kW ancorché non ancora autorizzati o non in esercizio. 7. La Regione, il GSE e/o il gestore della rete di trasmissione nazionale TERNA, nell’ambito delle rispettive competenze, in ordine alla qualificazione degli impianti, alla verifica dei preventivi di connessione e all’attribuzione dei sistemi incentivanti, ecc. possono adottare verifiche incrociate volte ad appurare la effettiva rispondenza dei dati registrati, anche servendosi della collaborazione di altri enti pubblici e di polizia.
Sito web: http://forumambientesalute.splinder.com/