I terribili ami, per giunta, erano le cosiddette “ancorette” ovvero ami dotati di ben tre ardiglioni ( le contropunte che impediscono all'amo di sfilarsi dai tessuti), dettaglio che ha peggiorato non poco la situazione.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Il povero uccello non poteva muoversi: il collo piegato verso la zampa, l'arto flesso al tarso e l'ala arpionata a questo “groviglio”, il tutto associato ad una copiosa perdita di sangue che aveva provocato un'imponente anemia e un grave stato di shock.

Liberare il soggetto da questi micidiali artigli ha richiesto procedure lunghe e difficoltose.

Successivamente il giovane gabbiano è stato sottoposto a terapia antibiotica, anti-shock e fluidoterapia addizionata con gli integratori del caso.

Alla fine dell'intervento il paziente versava in un grave stato di prostrazione, che risultava comprensibile date le circostanze, ciò nonostante ha lentamente mostrato segni di ripresa, pur rifiutandosi, ad oggi, di alimentarsi autonomamente.

Chiunque avvistasse un animale selvatico o esotico in difficoltà può contattare il Museo di Calimera ai seguenti numeri:

3206586558

3206586556

Chiara Caputo