Energie alternative: creata la «foglia» artificiale. «Riscalda da sola una casa»
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PAESI IN VIA DI SVILUPPO - Come racconta il tabloid britannico Daily Mail non è la prima volta che degli scienziati portano a termine un'invenzione del genere. Circa dieci anni fa John Turner, ricercatore del «U.S. National Renewable Energy Laboratory» di Boulder, in Colorado, aveva creato il primo prototipo di foglia artificiale, ma il suo costo era troppo elevato e l'energia prodotta era scarsa. La cella del Mit invece risulta davvero singolare: piazzata in un recipiente pieno d'acqua ed esposto al sole essa impiega dei materiali relativamente a buon mercato come catalizzatori fatti di nichel e di cobalto che sono in grado di accelerare le reazioni chimiche e di dividere l'acqua nei suoi due componenti principali, idrogeno e ossigeno.
{affiliatetextads 1,,_plugin}Una volta separati, i due elementi vengono inviati in una cella a combustibile e utilizzati per creare energia elettrica. Gli studiosi stimano che oggi con meno di 4 litri d'acqua la foglia artificiale riesca a produrre l'elettricità necessaria per riscaldare una casa in un Paese in via di sviluppo. Nei test portati avanti dagli scienziati del Mit la foglia artificiale ha dimostrato di poter funzionare continuamente per almeno 45 ore senza alcun calo di attività.
COMMERCIALIZZAZIONE - L'invenzione è pronta per essere commercializzata. Il gigante automobilistico indiano Tata ha già sottoscritto un accordo con i ricercatori del Mit per costruire nei prossimi 18 mesi una piccola centrale elettrica, grande quanto una cella frigorifera. Per adesso lo sguardo è rivolto principalmente ai paesi in Africa e in Asia, ma ulteriori sviluppi di questa tecnologia la potrebbero rendere efficiente anche in Occidente: «Il nostro scopo è quello di fare in modo che ogni casa abbia la propria centrale elettrica - spiega al sito web Wired Daniel Nocera, professore di chimica al Mit - Si possono immaginare interi villaggi in India e in Africa che riescono a produrre tutta l'energia di cui hanno bisogno utilizzando questa nuova tecnologia».
Francesco Tortora
29 marzo 2011(ultima modifica: 30 marzo 2011) CORRIERE DELLA SERA