ORE 11.15 - Ivan Sagnet, camerunense protagonista delle proteste a Nardò: "Dopo trenta giorni di sciopero non ci sono ancora miglioramenti. Noi lottiamo per tutti i braccianti, anche italiani".
"E' l'ennesima manovra che colpisce i dipendenti pubblici. Dobbiamo mandare a casa il governo", parole di Antonio da Concersano, impiegato pubblico.
Parole dure dai precari. Silvana, dipendente del Petruzzelli a tempo determinato, evidenzia che "i tagli del governo colpiscono, per prima, sempre la cultura"

ORE 11.00
- Il corteo si perde a vista d'occhio. Secondo gli organizzatori sono arrivati più pullman del previsto, oltre 200. La partecipazione alla manifestazione viene seguita anche da chi in strada non può scendere e sta in balcone e guarda dall'alto il fiume di persone. Tante le rappresentanze dei comuni pugliesi: da Barletta, Bisceglie e Modugno fino a Taranto, sono i centri più piccoli ad avvertire il duro colpo della riforma finanziaria.

ORE 10.45 - "La svolta di questo corteo è stata di farlo aprire dai migranti che lottano contro il caporalato", sostiene Nicola Fratoianni, l'assessore alle Politiche giovanili presente stamattina al fianco dei manifestanti.

ORE 10.30
- Mamme con bambini e pensionati oltre agli immigrati. Il corteo non ha una sola faccia. Nel quartiere murattiano bandiere rosse e del Pd in rappresentanza politica. Centro città bloccato, ma sotto il controllo della polizia. L'Amtab, che ha aderito allo sciopero, non ha garantito il normale servizio trasporti per le aree di sosta, Park & Ride, ex Caserma Rossani, C.so Mazzini e Torre Quetta.

ORE 10.15- "Partecipazione oltre le aspettative. E' stato colto il disagio della società. E' la dimostrazione che anche il Mezzogiorno alza la testa", dice Gianni Forte, segretario regionale Cgil.

ORE 10 - Bari, piazza Castello invasa. Il corteo dei manifestanti è partito. In testa i migranti lavoratori di Rignano Garganico. "La città risponde bene" dichiara Nicola Affatato, responsabile regionale Cgil.

ORE 9.50 - "La finanziaria colpisce i più deboli, cioè gli immigrati. Il governo vuole tassare anche le rimesse". Risponde così Tes Fai Zemariam, responsabile immigrati Cgil Puglia, quando gli viene chiesto il motivo dell'adesione dei migranti di Rignano Garganico.

ORE 9.30 - Da tutta la regione arriveranno a Bari circa 10mila persone, con gli autobus organizzati dal sindacato.

ORE 9.15 - Sono 22 i pullman in arrivo da Foggia attesi in piazza Castello, dove centinaia di persone partecipano al concentramento prima dell'inizio del corteo. Ottanta tra poliziotti, vigili urbani e carabinieri vigileranno sulla manifestazione. Molte bandiere rosse della Cgil, musica ad alto volume. Tanti i lavoratori stranieri. Cominciano già i disagi alla circolazione, soprattutto sul lungomare che più tardi verrà bloccato, e sul tutto corso Vittorio Emanuele. Strade intasate e traffico rallentato.

ORE 9 - Quelli del cosiddetto “ghetto di Rignano”, la baraccopoli alla periferia del centro cittadino della provincia di Foggia che ospita gruppi di immigrati che lavorano nei campi. E poi altri immigrati, i più esposti in Puglia all’umiliazione dei caporali: sono loro ad aprire il corteo della Cgil organizzato a Bari per lo sciopero generale di otto ore contro la manovra-bis. La manifestazione parte da piazza Castello, per poi sfilare per le vie cittadine e concludersi in piazza Prefettura con il comizio del segretario pugliese, Gianni Forte e di Fabrizio Solari della segreteria nazionale della Cgil.

LE ADESIONI - Nelle ultime ore, sono state numerose le adesioni allo sciopero. E' formale quella del personale precario della Protezione civile della Regione Puglia, che condivide le motivazioni della protesta, ma non lascia sguarnita la sala operativa che si occupa di incendi boschivi e flussi migratori dal Nord Africa. Il governatore Nichi Vendola, invece, è alla manifestazione di Roma e guida la delegazione di Sel. Giunta pugliese al fianco del sindacato con l’assessore regionale alle Risorse umane, Maria Campese, che si schiera contro i licenziamenti facili consentiti dalla manovra. "In un colpo solo - dice - vengono cancellati 60 anni di lotte e conquiste, svuotato di fatto lo Statuto dei lavoratori, resi insignificanti contratti nazionali e leggi a tutela del mondo del lavoro". Anche il segretario regionale del Pd, Sergio Blasi partecipa al corteo per protestare contro “la manovra classista di aggredire i diritti consolidati dei lavoratori con quel famoso articolo 8 che manomette lo Statuto dei lavoratori". "Il tentativo di aggirare e stravolgere lo Statuto per reintrodurre la pratica del licenziamento arbitrario da parte dell'impresa" è alla base dell’adesione al corteo da parte del capogruppo di Sel, Michele Losappio. Adesioni allo sciopero anche dall’onorevole Pierfelice Zazzera dell’Italia dei Valori, dai Verdi col segretario regionale Mimmo Lomelo ("perché non tagliare i fondi per gli armamenti?") e dal coordinatore di Alternativa comunista, Michele Rizzi.