Questa vicenda affonda le sue radici nel profondo disagio sociale che una crisi devastante sta producendo. Un’intera generazione vede, nella spirale del debito da ripagare, bruciato ogni futuro, la precarietà è ormai il paradigma su cui si fondano i nuovi rapporti sociali, i disoccupati son buoni, per i benpensanti e moralisti da due soldi, solo se fanno zitti zitti la fila negli uffici di collocamento o presso le sedi dei partiti.

Noi a tutto ciò non ci stiamo. Non ci stiamo ad operazioni repressive tese a far ad accettare la propria condizione di emarginazione e precarietà ad interi settori sociali.

Venerdì continueremo a manifestare la nostra indignazione chiamando a raccolta tutte le associazioni e i movimenti pugliesi , le organizzazioni sindacali e i partiti per chiedere il ritiro dei provvedimenti emessi e l’avvio di un percorso inclusivo e fondato sulla giustizia sociale.