Un’altra occasione per esternare, ancora una volta, la rabbia di quei cittadini, di quei produttori agricoli, dei proprietari delle aziende zootecniche, che hanno perso case, beni, reddito. Eppure, per loro, ad oggi, ad otto mesi dall’esondazione del Bradano, non vi è ancora nessuna ipotesi di risarcimento e di sostegno. “Vergogna – si leggeva su molti striscioni e manifesti -. Basta con lo scaricabarile sulle responsabilità tra Governo Nazionale e Regione, non potete dimenticare. Toglieteci dal fango! I diritti dei cittadini vanno garantiti, comunque”.

Nella sala Murat, in Piazza del Ferrarese, si è anche tenuto un incontro, al quale hanno preso parte l’on. Ludovico Vico e l'on. Lino Nessa. Per la Regione, c’era l'assessore regionale Amati, oltre al consigliere regionale Pietro Lospinuso. Presente anche la Provincia di Taranto con il suo presidente Gianni Florido e l'assessore provinciale Marta Teresita Galeota. Per il Comune di Castellaneta, è intervenuto il sindaco Italo D’Alessandro e per Ginosa, l’assessore all’Ambiente ed Emergenza Alluvione, Leonardo Galante.

Tre i punti discussi: la nomina del commissario per l’emergenza; la necessità di dare risposte ai cittadini, attraverso un accordo tra Regione e Governo, indispensabile ad adottare i provvedimenti dovuti; un impegno improcrastinabile, da parte di tutti i rappresentanti politici del territorio, affinchè il Governo stanzi risorse certe a garantire i diritti dei cittadini ed il territorio. “Ma – ci spiega l‘assessore ginosino Leonardo Galante - se il Governo non modificherà il decreto Milleproroghe, la Regione si vedrà costretta ad aumentare le tasse per poter intervenire a favore di tutti quei cittadini della Puglia colpiti da catastrofi naturali, marinesi compresi. E, per questi ultimi, contribuenti come gli altri, oltre al danno, anche la beffa!”.

I cittadini aspettano delle risposte concrete. “Ed, intanto – conclude il sindaco di Ginosa Vito De Palma - mentre la burocrazia fa il suo corso, tra lungaggini ed attese, nei territori del tarantino, colpiti e ‘feriti’ dall’alluvione dello scorso marzo, non si fanno i lavori di messa in sicurezza: i canali ed i fiumi sono occlusi e gli argini sfondati. Al momento, possiamo solo sperare che non piova! La pioggia porterebbe, inevitabilmente, a nuovi disastri”.