“Eppure non servirebbero grosse cifre per mettere in sicurezza alcune decine di case quasi al collasso – ha proseguito D’Amelio – I tetti stanno crollando e questo causerà problemi anche alle abitazioni confinanti che subiranno infiltrazioni d’acqua”. A nove anni dal sisma, la ricostruzione procede davvero con il contagocce. A Carlantino sono state sistemante solo le abitazioni classe A (la prima abitazione con ordinanza di sgombero totale) mentre restano ancora senza interventi 6 abitazioni di “classe B” (la prima abitazione con ordinanza di sgombero parziale) e 18 di “classe C” (la prima abitazione senza ordinanza di sgombero). Non solo, restano insoluti i problemi legati al bilancio comunale che, a causa dei mancati introiti delle tasse comunali, si sono ulteriormente aggravati.

I proprietari delle case soggette a ordinanza di sgombero, infatti, hanno beneficiato dell’esenzione parziale dell’I.C.I. e della Tarsu e i comuni non hanno diritto al relativo rimborso. Infine, c’è il problema del rimborso dell’I.V.A. sulle spese per i lavori di ricostruzione. Il nono anniversario del sisma arriva fra diverse criticità e molte paure. “Chiediamo alla Regione Puglia lo sblocco dei fondi a noi destinati – conclude il sindaco – così come già verificatosi per i comuni molisani. Perché questa disparità di procedure?”. Nei prossimi giorni, a Carlantino si riunirà la giunta comunale per chiedere ufficialmente la proroga dello stato di emergenza che scade il prossimo 31 dicembre.