L’iniziativa ha lo scopo di proporre immagini, suoni e situazioni forti, capaci di stimolare curiosità, ricordo e riflessioni, seguendo un percorso lungo le piccole vie del centro storico di questo comune salentino.

Tentativi di riproduzioni sceniche di quei drammatici momenti si fondono con immagini reali tratte da quel periodo, il più drammatico della storia moderna; la narrazione storica si mescola con la strazianti note della musica yddish proposta lungo il borgo antico di Corigliano.

Guidati poi da tavole didascaliche e dalla geografia dei vicoli, si cercherà di coinvolgere le più recenti generazioni, sempre più distanti cronologicamente da quel periodo storico. Tutto ciò per impedire che la storia diventi uno sfumato ricordo e le sue fasi più buie ritrovino attualità, “ far sì che gli anticorpi della memoria si insedino nelle fibre profonde della società, la scuotano dall’infingardo torpore che torna a rendere possibile ciò che dovrebbe essere impossibile”.

Ci si è ispirati ai simboli di quella tremenda esperienza per darne tangibilità e prospettiva.

Il binario 21, l’ingresso al lager, le baracche, i forni crematori, le camere a gas, la detenzione, i soprusi e la dignità dell’uomo lesa.

Non solo scenografia, ma testimonianze multimediali ed iconografiche, attraverso una mostra itinerante dal titolo “Binario 21”, frutto di collaborazione con l’associazione “Figli della Shoah”, testimonial della comunità ebraica milanese e non solo.

Costante l’evidenza della brutalità e del criminale progetto perpetrato nei confronti di tanti bambini, giovani vittime colpevoli solo di aver trovato vita in quel periodo infausto.

Un periodo in cui i protagonisti sono, non solo i carnefici, ma i tanti uomini e donne, professionisti, intellettuali, governanti, che donarono la propria vita per proteggere, nascondere, favorire la fuga dei tanti perseguitati.

Musica Klezmer, la carta stampata di quel periodo, i simboli dell’identità razziale, un minidizionario dell’olocausto, la narrazione delle situazioni scenograficamente realizzate nel borgo antico di origliano d’Otranto.

Sul bianco della calce dei nostri vicoli, verranno proiettate le immagini toccanti ed i video “proponibili” dei campi di concentramento. Giovani writers guidati da Igor M. realizzeranno in estemporanea, su grandi pannelli, graffiti colorati, ispirati dalla emozionante rievocazione della deportazione così come raccontata da Liliana Segre.

Start dell’iniziativa il Venerdì 24 Febbraio ore 18, per continuare poi sabato 25 e domenica 26 alle 18,30.

“Ancora una volta, afferma l’assessore al marketing territoriale e alle politiche giovanili Tommaso Condò, nel nostro paese un modo poco folkloristico ma impegnato di dare un senso al proprio vivere quotidiano, con attivismo, protagonismo ed in questo caso prospettiva storica.

La prima e non ultima iniziativa che mescola cultura storica e tradizione rurale salentina, promozione del territorio e partecipazione giovanile”.

 

"Vivevamo immersi nella zona grigia dell'indifferenza. L'ho sofferta, l'indifferenza. Li ho visti, quelli che voltavano la faccia dall'altra parte. Anche oggi ci sono persone che preferiscono non guardare"

L. Segre

Info: Castello di Corigliano d’Otranto - Le Terrazze del Duca - Tel 339 7737001