Non a caso, dagli studi di integrazione è emerso che nei territori meridionali è maggiormente presente la non conoscenza dell’altro. Da qui l’idea del cibo, con tutti i significati di cui viene caricato, rappresenta forse la fonte più feconda dell’identità di un popolo.

La cultura culinaria assume spesso una valenza positiva in quanto il cibo è tra gli elementi culturali che connotano un popolo. In ogni cultura il mangiare è un momento da condividere insieme ai propri cari, un momento di convivialità e un anello fondamentale per qualsiasi popolo, e proprio per questo motivo che l’unione dei diversi “anelli” può portare alla formazione di una unica, solida, catena.

“L’iniziativa – precisa ancora Saracino – si pone l’obiettivo di creare un momento di condivisione e integrazione culturale, passando attraverso delle forme più antiche e importanti per l’uomo in generale, il cibo, a testimonianza dell’uguaglianza di base tra tutti gli uomini, nonostante le diversità derivanti da culture e circostanze ambientali differenti”.

La speranza è quella di gettare uno sguardo verso nuovi orizzonti culinari e quindi, anche culturali. Per questo scopo, all’indomani della giornata mondiale contro i razzismi, giovedì 22 marzo, alle ore 16:30, nella città vecchia di Bari, presso la galleria d’arte “EKOINE’” (strada Vallisa, nei pressi di piazza del Ferrarese), verrà presentato un saggio di cibi da parte delle comunità ucraina, georgiana, mauritiana, filippina, albanese e italiana e che saranno offerti ai presenti.

All’iniziativa, oltre ai referenti delle comunità, saranno presenti i massimi responsabili dell’Adoc Puglia e un rappresentante regionale dell’UNAR, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali con il quale l’associazione collabora in questa battaglia con l’apertura di un apposito sportello presso la propria sede a Bari, in C.so A. de Gasperi n. 270.