Nell’ultimo incontro con l’Anci, il Governo ha annunciato un imminente decreto che sarà proposto nel prossimo Consiglio dei ministri e che prevede novità in materia di piccoli comuni e città metropolitane. I provvedimenti del governo devono rispondere alla esigenza di riorganizzazione istituzionale territoriale, chiarendo le funzioni degli enti intermedi, e risolvere le sovrapposizioni di competenze. I Piccoli Comuni pugliesi, sulle gestioni associate, chiedono che l'accorpamento delle funzioni dei centri con meno di 5mila abitanti non deve essere obbligatorio ma avvenire in maniera volontaria e incentivata. Chiedono di essere sottratti dai vincoli del patto di stabilità e l’ordinamento differenziato, con norme e sostegno specifici.

I Piccoli Comuni pugliesi chiedono il rifinanziamento dei fondi ad essi destinati (Fondo Nazionale Ordinario investimenti), per consentire investimenti di natura ambientale, per le opere di riassetto idrogeologico e protezione civile. I fondi si potrebbero sicuramente attingere dalla abolizione della famosa “legge mancia” che continua a essere approvata in Parlamento e a stanziare fondi a pioggia. I comuni pugliesi con meno di 5mila abitanti, inoltre, ritengono importante affrontare e ridurre il divario digitale che interessa i centri minoti e alcune aree montane, per migliorare l'efficienza della Pubblica Amministrazione e favorire il libero accesso alle informazioni della rete.

I piccoli comuni della Puglia ritengono necessaria l'istituzione di un fondo per il potenziamento dei collegamenti e lo sviluppo del trasporto pubblico locale, per consentire la fruibilità dei territori a fini turistici e per assicurare ai cittadini dei centri minori l'accessibilità al diritto primario alla mobilità. Alla Regione Puglia chiedono una Legge Regionale sui piccoli comuni e facilitazioni di accesso ai fondi comunitari per i piccoli enti, attraverso l’impegno dell’Ente regionale a farsi carico di cofinanziamento, spese tecniche e IVA.