È assolutamente ingiustificato il ritardo della Regione Puglia nella istituzione della cabina di regia sui controlli. È indiscutibile, infatti, che i controlli servano. Le indagini che hanno portato alla perquisizione di Barilla, Divella, De Cecco e altri ancora, dimostrano quanto sia diffusa l’economia dell’inganno nel settore della trasformazione agroalimentare. Quando i controlli cominciano ad attivarsi, quindi, qualcosa viene fuori. È davvero assurdo, infatti, che il grano duro venga pagato agli agricoltori meno di 18 centesimi al chilo, mentre la pasta si vende a più di un euro il chilogrammo. Non ci stancheremo mai di chiedere, come Cia Puglia, maggiori controlli in materia di frodi sui prodotti agricoli, e ci auspichiamo che questi non scaturiscano solo dalle inchieste giudiziarie, ma diventino sistematici e mirati, tesi a colpire il malaffare e l’economia dell’inganno.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Un ulteriore conferma dell’allarme lanciato dalla Cia negli anni e nei mesi scorsi arriva da Trani, presso il cui Tribunale è in corso un importante processo a carico del più grande importatore di grano duro a livello europeo, che sarebbe addirittura invischiato in importazioni di grani contaminati dalle ocratossine, sostanze cancerogene. È necessario, quindi, andare a fondo e colpire le importazioni illegittime ed il falso “Made in Itay” che ormai danneggia ogni comparto dell’agricoltura pugliese (grano duro, olio vino, ortofrutta, latte, uva da tavola, ciliege)”.

(C) Puglialive.net