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Si è tenuto a Bari, presso l’Hotel Excelsior, il convegno “psicodiagnostica tempo passato o al passo con i tempi”. Un tema sollecitato dai cambiamenti di approccio alla diagnosi e alla classificazione introdotti dal DSM 5,  che ha visto un’importante partecipazione da parte degli psicologi.
In occasione della pubblicazione del DSM-5, si è aperta una riflessione epistemologica sulle modifiche nell’organizzazione generale del modo di far diagnosi che il DSM-5 introduce.
Il convegno ha visto l’avvicendarsi di professionisti esperti che partendo da approcci teorici e orientamenti differenti hanno fornito un panorama sulla situazione attuale della psicopatologia e della psicodiagnostica  e sui possibili scenari futuri.
Sul versante cognitivo-comportamentale, il Prof. Ezio Sanavio ha mostrato come il mondo psicologico contemporaneo sia attraversato da una babele di linguaggi e ha ribadito quanto “nel rapporto tra DSM5 ed esame psicodiagnostico serva rifuggire fascinazioni e subordinazioni […] la classificazione è un'informazione utile, forse necessaria, ma non sufficiente!”

Il Dott. Antonino Carcione ha illustrato sia le modifiche che il DSM-5 ha apportato soprattutto in relazione ai disturbi di personalità, sia quelle che non ha fatto e le ricadute che queste hanno avuto sulla clinica. Ha spiegato che “è  sicuramente motivo d’interesse per i clinici la nuova formulazione di criteri generali per i Disturbi di personalità, unitamente al tentativo di sopperire ai limiti della diagnosi categoriale, introducendo una valutazione dimensionale dei tratti di personalità […] tuttavia questo nuovo sistema ha sicuramente vantaggi e limiti”.

Il Dott. Pietro Nigro ha passato in rassegna alcuni modelli che tentano di descrivere i fenomeni psicotici, nell’arduo e ben riuscito tentativo di rinvenire connessioni tra vari campi di ricerca (cbt standard, modelli di “terza onda”,  social skills, social cognition e cognitive remediation, area dell’early psychosis e recovery via functioning) nonché di riflettere su alcuni organizzatori psicopatologici.
Da una prospettiva umanistico-relazionale il Prof. Piero De Giacomo partendo dal suo modello relazionale-intrapsichico ha affermato che "La nostra vera rivoluzione si è concretizzata quando abbiamo capito che oltre al legame con le patologie, la psicologia dovesse dedicarsi alle sfumature positive che abitano nella mente delle persone".
Infine, Il dott. Nevio Del Longo ha presentato La diagnostica Lüscher come metodo diagnostico di indagine degli stati affettivi e cognitivi e della personalità e la sua  applicazione sia in contesti psicologici quali tossicodipendenze, devianze sia in ambiti lontani dalla psicopatologia come l’orientamento scolastico, l’educazione, la selezione del personale, l’analisi del potenziale, lo sport e perfino l’arte.
Il convegno ha rappresentato un importante momento di riflessione e di confronto su eventuali equivalenze concettuali e possibilità di integrazione teorica tra visioni e orientamenti formativi differenti.