Quest’anno l’esperto in odontologia forense Emilio Nuzzolese (Bari), unico odontoiatra italiano fellow dell’Accademia Americana AAFS, introduce il gruppo di lavoro internazionale Odontologia Forense per i Diritti Umani (www.dentify.me), costituitosi lo scorso anno a Lione, proprio su proposta italiana durante il meeting Interpol sulle vittime dei disastri di massa. Il gruppo si compone di odontoiatri e igienisti dentali volontari di diverse nazionalità, rappresentando Paesi come Regno Unito, Spagna, USA, Svezia, Australia, Brasile, Arabia Saudita e Cina. Obiettivo integrare gli accertamenti odontologico-forensi a quelli medicolegali normalmente effettuati nei casi di stima dell’età dei minori e di identificazione di resti umani e soggetti scomparsi. la dignità di una persona – dice il professor Nuzzolese - non si esaurisce nella vita e non svanisce con la morte. Svolgendo da oltre 5 anni il ruolo di perito volontario per l’associazione Penelope, che segue le famiglie delle persone scomparse, devo purtroppo segnalare che spesso il medico legale ignora l’autopsia orale e la radiologia dentale determinando ingiustificati ritardi nel processo di riconoscimento e conseguente prolungamento della sofferenza della famiglia della persona scomparsa”. In altre parole l’incompleta valutazione post mortem durante l’autopsia,  deve essere considerata una violazione dei diritti umani in quanto comporta un prolungamento di questa condizione di incertezza e di lutto perenne oltre ad impedire la giusta sepoltura della salma nel rispetto del proprio credo religioso.

Nella sessione di odontologia forense del congresso a Las Vegas, gli odontoiatri Emilio Nuzzolese, Joe Adserias e Sakher AlQahtani (Italia, Spagna e Arabia Saudita), presenteranno anche una proposta tecnica legata ai flussi migratori, che solo nel 2015 sono stati circa 1,5 milioni. Questo flusso inarrestabile - destinato inesorabilmente a crescere - pone importanti sfide tra cui anche quella di salute pubblica. Nei loro sforzi per individuare e trattenere le persone che viaggiano senza documenti, gli Stati hanno infatti bisogno di esercitare i loro diritti legittimi e la propria sovranità, al fine di mantenere il controllo dei propri confini e di garantire la sicurezza nazionale.  “il 99% dei migranti che sbarcano sulle coste italiane non hanno documenti e molti di loro si bruciano i polpastrelli per eliminare le impronte digitali. L’accertamento medico immediato potrebbe integrarsi con la visita odontoiatrica e la radiografia della bocca – aggiunge Nuzzolese – che permetterebbe la raccolta di preziose informazioni per l’identificazione e la stima dell’età per il più efficace controllo alle frontiere”.

La presentazione illustrerà i numeri e i benefici di un approccio sanitario che tenga conto anche dell’assistenza odontoiatrica ai migranti. Non è causale che proprio nel C.A.R.A. (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) di Bari-Palese è presente - fin dal 2010 - una poltrona odontoiatrica dell’Associazione di Volontariato SOPHI onlus (Solidarietà Odontoiatrica per l’Handicap e l’Infanzia). 

 

“L’odontoiatria forense – spiega il professor Nuzzolese – in questi ultimi 15 anni si è evoluta notevolmente permettendo di raggiungere traguardi tecnici estremamente accurati ed affidabili, in vari ambiti come la stima dell’età dei minori, l’analisi di lesioni di morso umano e l’identificazione dei corpi senza nome. Basti pensare all’opportunità di effettuare rilievi radiologici digitali con strumenti portatili durante l’autopsia giudiziaria senza spostare la salma e con immagini precise e facilmente archiviabili. Ecco perché con la petizione n. 1113/2014 ho ritenuto urgente segnalare alla Commissione per le Petizioni dell’UE l’aggiornamento della raccomandazione (99)3 per armonizzare le procedure autoptiche dei corpi senza nome con la più giusta enfasi ai rilievi tecnici propri dell’odontoiatra con competenze nell’odontologia forense e nella identificazione delle vittime dei disastri di massa”.