Pino De Luca all'Ex Convitto Palmieri
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- By af
- Categoria: Attualità Regionale e Nazionale
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Intrigante, divertente, dai toni chiaroscurali come quelli con cui Pino abilmente fa passare Santino dall’indagine ai fornelli. Dalle rape alle pittule, fino alle cocule. Sì, perché mentre il primo libro terminava nel giorno di San Martino e il secondo alla vigilia del Santo Natale il terzo, “Rossa. Tacco 12”, finisce a Pasqua come anticipa lo stesso scrittore nella quarta di copertina magnificamente realizzata da Angelo Arcobelli.
Vicende diverse per ambientazione e per i tanti altri personaggi che dopo aver accompagnato per mano il lettore dallo sfondo di una immaginaria San Marcellino e tra le vie di Brindisi e la campagna salentina lo fanno giungere questa volta a Lecce, nella centrale piazza Sant’Oronzo. Qui, in particolare, a far da quinta scenografia è un ristorante, teatro delle principali azioni del noir insieme alla galleria di personaggi simbolo dell’umanità che è sempre al centro dell’ inventio narrativa di Pino De Luca. Particolare attenzione l’autore rivolge non solo alle caratterizzazioni dei personaggi, che si evolvono e “crescono” anche grazie alle situazioni vissute confermando il panta rei di eraclitea memoria, ma anche al linguaggio che in questo nuovo lavoro non poteva che colorarsi del dialetto leccese. La cifra di questo periodo – lo svela lo stesso De Luca – è : «perché ci si preoccupa del giorno della morte che è uno solo e invece si glissa su quelli della vita che sono tantissimi?» Amore, gelosia, tradimenti possono essere interrogativi o certezze ma in ogni caso ti cambiano la vita…
Non vogliamo anticiparvi nulla se non che tra ironia e colpi di scena non mancano gli spunti di riflessione e i momenti magici quando le pagine del noir, rivelando insospettabili dinamiche sociali, diventano anche occasione per gesti dell’arte culinaria per diffondere i profumi del cibo che è esperienza sensoriale ed espressione dell’identità culturale dei protagonisti del loro stesso territorio.
Pino de Luca, classe 1958, nato sotto il segno dei Pesci ha una moglie presente e due figlie lontane. Tempo fa anche un cane. Docente di informatica all’I.I.S. “E. Fermi” di Lecce, dopo una vita trascorsa tra scienza e peccato, approda all’E(t)nogastronomia nella quale si cimenta con la medesima pignoleria con la quale ha raccontato cose molto più serie ma anche molto più tristi. Collabora con il Nuovo Quotidiano di Puglia da svariati anni, scrive per VinoWay di birra e distillati ed è colpevole di numerose pubblicazioni. Dal 2018 si cimenta con il ciclo de “I racconti del Terroir” sotto la cappa della casa editrice Il Raggio Verde e le copertine di Angelo Arcobelli.