Via Brenta, soldi e titoli per due milioni sequestrati all'ex consulente della Poli Bortone
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IL SEQUESTRO - Il sequestro dei beni di Buonerba, che per molti anni è stato l’ombra di Poli Bortone come consulente, è il secondo dopo quello a carico di Pietro Guagnano, uno dei tre arrestati nell’ambito dell’inchiesta. All’imprenditore edile sono stati sequestrati, nello scorso mese di novembre, beni in contanti, azioni e quote societarie per un valore di circa sei milioni di euro. Adesso è toccato a Buonerba, indagato a piede libero insieme al dimissionario direttore generale del Comune di Lecce Piergiorgio Solombrino, all’ex assessore al Patrimonio Ennio De Leo, all’ex dirigente del settore Urbanistica Raffaele Attisani, al geometra comunale Roberto Brunetti, a due procuratori della Selma Bipiemme, la società di Milano con la quale è stato stipulato il contratto di leasing, e a un tecnico della Socoge, la società dei fratelli Guagnano che ha costruito gli immobili di via Brenta.
I PROVVEDIMENTI - Tra le persone finite, invece, agli arresti, oltre a Guagnano, ci sono il dirigente comunale Giuseppe Naccarelli, che stipulò il contratto, e il consulente della Selma Vincenzo Gallo, che seguì la pratica. L’accusa per loro è di aver operato una truffa ai danni del Comune di Lecce, quantificata in 8 milioni di euro, stipulando un contratto di leasing che impegnava l’ente pubblico al pagamento di un canone ventennale, con obbligo al riscatto finale, che superava di gran lunga il valore di mercato degli immobili. Grazie alla nuova normativa, a ciascuno degli indagati può essere applicato il sequestro per equivalente, cioè una misura restrittiva dei capitali per l’intero importo della truffa.
{affiliatetextads 1,,_plugin}GLI SVILUPPI - Se non 8, circa 7 milioni di euro potrebbero tornare subito nelle casse del Comune, senza dover attendere la fine del processo per i palazzi di via Brenta. Nei giorni scorsi, infatti, il sindaco, Paolo Perrone, ha incontrato alcuni dirigenti della Selma Bipiemme con i quali si dovrebbe chiudere un accordo per la nullità di quel contratto di leasing e la restituzione delle rate finora versate, che ammonterebbero proprio a circa 7 milioni.
Francesca Mandese - Corriere della Sera