Pandemic fatigue
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- By Teti Angelillo_Psy
- Categoria: Attualità Regionale e Nazionale
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Al termine del lockdown è stato riscontrato che la concentrazione, le memorie e le funzioni esecutive si sono alterate in molte persone, specie in chi era abituato ad alti ritmi lavorativi, che tende a voler mantenere. Durante il lockdown molte attività piacevoli e aggreganti le abbiamo sospese e questo non ci ha permesso di abbassare i livelli di stress. Abbiamo combattuto il cortisolo ( ormone dello stress) con attività fisica e cibo, ma non è bastato a tutti. In più abbiamo vissuto con la continua minaccia della morte e della sofferenza. I media si sono sprecati nell’ invio di immagini dure e non sempre facili da accogliere in una casa, c’è stato un vero e proprio bombardamento mediatico, che ora ha ripreso pesantemente i suoi ritmi.
Ciò che si è sviluppata in molti è la PTSD_Sindrome Post Traumatica da Stress manifestando difficoltà al controllo delle emozioni, irritabilità, rabbia improvvisa o confusione emotiva, depressione e ansia, insonnia, scarsa concentrazione. Tutto questo costituisce uno stress cronico, non lo stress acuto, ossia la paura di una cosa immediata che passa dopo poche ore, ma uno stress che dura da mesi e che probabilmente durerà ancora mesi, uno stress che vedremo nelle sue conseguenze, in futuro.
Come dicevamo, la concentrazione, le memorie e le funzioni esecutive sono risultate alterate in molte persone, a ciò si aggiungono disturbi di ansia, di calo dell’umore, di voglia di fare poco o mancanza di forze. I disturbi possiamo ancora, nella maggior parte dei casi, definirli reversibili, ma cosa succederà se torneremo ad un nuovo lockdown? Se queste cose vanno avanti, il rischio, soprattutto in alcune persone che sono predisposte, è che possano prendere piano piano l’aspetto della vera e propria patologia. In questo caso è bene che la persona cominci a fare qualcosa e soprattutto ne parli, con i familiari, ma poi, se le cose vanno avanti, con qualcuno che abbia una capacità tecnica per intervenire.
L' invito è a parlarne, condividere i malesseri, non rimanere isolati. Non bisogna aver paura o vergognarsi. Il “mal comune mezzo gaudio” diventa importante in queste situazioni.