Già, perché questa storia dell'Udc «dentro o fuori» dall'Amministrazione provinciale di Foggia risale a otto mesi fa quando, a sorpresa ma non tanto, i centristi si allearono con il centrosinistra al ballottaggio per le comunali di Foggia consentendo così a Gianni Mongelli di fare un grande recupero e di battere al fotofinish il superfavorito EnricoSantaniello (Pdl e dintorni).

Ora, però, dopo la decisione di Casini di schierare la Poli Bortone alle regionali, che verosimilmente cercherà di danneggiare se non devastare il giardino di voti del centrodestra, il Pdl foggiano ha deciso che basta così, che l'esperienza di collaborazione con l'Udc nata anche in questo caso nel 2008 in seguito ad un accordo di ballottaggio, è arrivata al capolinea.

«Siamo stati in attesa, pazienti, consapevoli delle evoluzioni e delle dinamiche della politica. Di tutto ci possono accusare ad eccezione di aver preso decisioni improntate all'emotività che, va detto, potevano essere assunte dopo le ultime comunali. Questo non è accaduto soprattutto per il senso di responsabilità politica e di rispetto delle Istituzioni espresso dal Pdl e dal presidente della Provincia, Antonio Pepe. Ma la situazione politica è oggi sotto gli occhi di tutti e non può essere sottaciuta», afferma il segretario provinciale del Popolo della libertà nonché assessore al personale della Provincia di Foggia, Gabriele Mazzone.

Dunque, questione di ore ed il presidente della Provincia di Foggia, Antonio Pepe, revocherà gli incarichi assessorili ai due esponenti dell'Unione di centro: Vito Guerrera, assessore ai lavori pubblici, in corsa peraltro per uno scranno di consigliere regionale; Nicola Vascello, assessore ai trasporti e al turismo nonché commissario dell'Azienda di promozione turistica della provincia di Foggia (nomina fatta dal governatore uscente della Regione, Nichi Vendola).

Che cosa succederà di queste due deleghe è difficile prevederlo ora. La sensazione è che il presidente Pepe deciderà di mantenere le deleghe «ad interim» e di rinunciare a due poltrone in giunta in attesa di far passare le elezioni regionali ed avere uno scenario più chiaro del quadro politico che emergerà anche dalla consultazione per il rinnovo del governo regionale. Appare altrettanto evidente che c'è anche una corsa a dividersi subito il bottino delle deleghe, ma Pepe Pdl (ci sono pressioni per assegnare subito gli assessorati uno in quota ex An ed uno in quota ex Forza Italia) che non a quelli della Destra e agli indipendenti, che nei giorni scorsi avevano sollecitato la revoca degli assessorati ed una verifica politico programmatica. Ma la richiesta di Agostinacchio (Destra) e Marinacci (Indipendenti) era più politica che gestionale. avrebbe fatto intendere di non essere disposto a cedere ed il messaggio sembra essere più indirizzato agli esponenti del

Vogliono il ribaltone alla Provincia

Cera (Udc) chiede a Pepe di non revocare gli assessori, altrimenti elezioni anticipate

L'Udc non ci sta a perdere i due assessori nella giunta Pepe e con il parlamentare Angelo Cera attacca alzo zero la politica del Pdl ed i condizionamenti della Destra che, a parere dell'esponente centrista, non hanno alcuna motivazione.

«Il diktat al presidente Pepe per la revoca degli assessori dell'Udc è la dimostrazione di quanto la Pdl sia oggi inaffidabile e presa da una supponenza ed un'arroganza inaccettabile», afferma Cera che ritiene più coerente, in caso di avanzamento del processo di epurazione dell'Udc, ripresentarsi subito alle urne «perché l'intesa del centrodestra con l'Udc alla Provincia di Foggia è stata votata dagli elettori».

{affiliatetextads 1,,_plugin}A parere di Cera siamo dunque di fronte ad un «ribaltone» del responso popolare che non ha alcuna motivazione oggi per le scelte dell'Udc a livello regionale.

«Siamo nella identica situazione di due anni fa quando l'Udc si presentò da sola alle politiche e da sola alle provinciali per poi convergere con il Pdl per il ballottaggio. Dispiace rilevare che oggi qualcuno ha dimenticato che senza l'Udc Pepe non sarebbe il presidente e   l'on. Agostinacchio, non sarebbe il consigliere provinciale in quota alla Destra perché senza il nostro apporto sarebbe rimasto fuori dal Consiglio di Palazzo Dogana», dice ancora Cera che ritiene «truffaldina ed incoerente con il voto richiesto per la Provincia di Foggia la posizione assunta da una parte dal Pdl e dall'altra da chi spinge per farci fuori mentre dovrebbe solo stare zitto, come appunto Agostinacchio».

Cera insiste nella polemica con il Pdl «che non ha voluto attendere l'esito delle primarie regionali per decidere il candidato, comportandosi come per le comunali di Foggia con il risultato che è sotto gli occhi di tutti, e cioè il funerale di un centrodestra che al primo turno aveva ottenuto il 48%».

Il parlamentare dell'Udc si dice sorpreso «per la posizione assunta da una persona equilibrata come il segretario del Pdl provinciale, Gabriele Mazzone», ma rivolge un appello anche al presidente della Provincia, Antonio Pepe: «Non deve ascoltare i corvi della coalizione, c'è chi gioca allo sfascio. Senza di noi sarà costretto a barattare i voti in ogni seduta di Consiglio provinciale come è accaduto in occasione dell'approvazione del bilancio, che è passato per la presenza in aula di un consigliere della minoranza».

«Ecco perché ribadisco che se si vuole mettere in discussione un'intesa premiata dagli elettori, l'unica soluzione da adottare è quella di tornare alle urne, anche perché un terremoto alla Provincia avrebbe ripercussioni in tutte le amministrazioni locali», afferma infine Cera.

Nell'Udc c'è fermento, insomma, ma nel Pdl lo scenario non cambia. Il mandato ad Antonio Pepe (ieri a Roma per capire che cosa stava accadendo nella riapertura delle trattative) è fin troppo chiaro: revocare gli incarichi assessorili a VitoGuerrara (lavori pubblici) e Nicola Vascello (turismo e trasporti).

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