Il diavolo di Birkenau. Presentazione all'ex Convitto Palmieri
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- By af
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Il dottor Josef Mengele alias “Angelo della Morte”, nel maggio del 1943, entra ufficialmente nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Un giovane medico specializzato in anatomia patologica con una tesi sulle differenze mandibolari in diverse “razze” umane, diventa uno dei più grandi criminali del Terzo Reich e della storia umana. L’Angelo della Morte circonda la sua quotidianità nel lager polacco con esperimenti su esseri umani che caratterizzano l’ampio spettro della medicina criminale. Dalla sperimentazione sui gemelli per scoprire il segreto della trasmissione genetica, passando per il cambio del colore dell’iride con l’utilizzo del metilene blu per dimostrare la superiorità della razza germanica, sino ad arrivare all’utilizzo dei gas nervini e dei loro effetti sulla cute e a livello respiratorio. Il 18 gennaio 1945 la fuga. Josef Mengele, il Dottor Morte, il Codardo, da quel momento scappa dalle proprie responsabilità e, dopo varie peripezie tra Germania, Austria e nord Italia, con una nave passeggeri salpata da Genova, raggiunge in maniera silenziosa le coste sud-americane. Qui fa perdere le sue tracce sino al ritrovamento dei resti mortali nel 1985, presso il cimitero di Nostra Signora del Rosario ad Embu Das Artes in Brasile. Storie del lager, testimonianze raccapriccianti e particolarità sulla fuga rendono la vita di Josef Mengele unica nel suo genere.
La storia raccontata in questo libro – si legge nella prefazione del Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni – è stupefacente per almeno due motivi. È la biografia di un “normale” ricercatore, formato nelle università di un paese allora all’avanguardia nella ricerca scientifica, che si trasforma in un mostro sadico e torturatore perfettamente inserito nel sistema. Il primo è come sia stato possibile arrivare tanto in basso persino in un mondo degenerato come quello nazista. Il secondo motivo di stupore, ma sarebbe meglio dire di rabbia, è la storia di protezioni e di compromessi politici che ha consentito a un criminale come Mengele e ad altri come lui di sopravvivere senza processo e condanna, muovendosi quasi liberamente nel suo paese di origine e in altri che l’hanno ospitato e nascosto.
«Il libro – spiegano gli autori – nasce da uno stimolo. Un’indagine minuziosa che pone chiaro un obiettivo: fare quanta più chiarezza possibile su un personaggio, il personaggio, il criminale per eccellenza della seconda guerra mondiale. Mengele è un “uomo” crudele, efferato e senza scrupoli che ha messo la sua vita al servizio di una ideologia becera e farneticante, il nazismo, divenendo in assoluto schiavo del male. Si conquista l’appellativo “Angelo della Morte”, uno medico carnefice, capitano (Hauptsturmführer) delle ss. Mengele, nel nostro racconto, prende il nome diavolo, il male estremo, senza tempo. Nessuno, come lui, è riuscito a far soffrire l’essere umano senza distinzione di etnia, sesso, cultura, religione e colore politico. Mengele non soffre di banalità. Si racconta con un male minuzioso, preciso, ideato. È semplicemente il male puro.»
Gli autori
Donato Maglio nasce a Tricase il 27 luglio 1984, residente a Cutrofiano (Lecce). Laureatosi in Scienze Giuridiche presso l'Università del Salento con una tesi in Diritto Canonico, ha seguito corsi e master in Criminologia Forense e Grafologia Applicata. Giovane laico impegnato attivamente nella vita ecclesiale e culturale, è stato tra gli autori del testo biografico su don Antonio Meleleo, parroco della parrocchia "San Giuseppe Patriarca" in Cutrofiano dal titolo In Cammino con don Antonio (2011). Si interessa di ricerche e studi sulle vicende che hanno caratterizzato la seconda guerra mondiale. Sue le pubblicazioni, Clero e Shoah, Giusti tra le Nazioni e Giusti non ancora riconosciuti (2014) e Dalle teorie antisemite alla Shoah, L'Olocausto in pillole (2016). Nel 2017 ha pubblicato Testimonianza dalle Foibe, il linguaggio degli occhi e del cuore e nel 2019 Cutrofiano fra documenti e immagini d'epoca. Nel 2020 pubblica, insieme al sopravvissuto alla Shoah Attilio Lattes, il libro dal titolo Il Bambino nascosto a Roma.
Gabriel Alemanni nasce a Maglie il 14 dicembre 2001, residente a Cutrofiano in provincia di Lecce.
Studia e si diploma presso il liceo artistico Pietro Colonna di Galatina in Audiovisivo e Multimediale. Fin da piccolo è appassionato di tematiche sociali e culturali e si è laureato in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali presso l’Università del Salento. Culturalmente attivo in diverse associazioni in ambito territoriale, si occupa di rappresentanza giovanile e di politiche sociali. Coltiva la passione per la ricerca storica, studia i temi riguardanti l’Olocausto e seconda guerra mondiale.