In questa occasione straordinaria, verrà svelato il busto di Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe albanese che ha giocato un ruolo cruciale nella difesa dell'Europa dagli ottomani, nella piazza a lui dedicata. Questo evento va oltre il semplice omaggio storico: è un'opportunità per analizzare il prezioso legame tra le due Nazioni, un legame fatto di solidarietà, speranza e fiducia reciproca.

All’evento partecipano Damiano Ottomanelli (Presidente della Comunità “L’Incontro”), Gianbattista Di Pippa (Sindaco di Castellaneta), Vita Surico (Dirigente scolastico dell'Istituto “Mauro Perrone”) e intervengono Anita Briti (Ambasciatrice albanese a Roma), Lulieta Serbo (Direttrice di Pneumologia Infantile presso l’Università di Tirana), Deshnor Dervishi (già Ambasciatore albanese a Roma e a Tel Aviv), Tritan Shehu (Membro del Parlamento Albanese, già Ministro della salute e degli esteri nel Governo albanese), Paola Dessì (Prefetto di Taranto), Mons. Angelo Massafra (Presidente della Conferenza Episcopale albanese e Arcivescovo di Scutari in Albania), Gabriele Gravina (Presidente Federazione italiana Gioco Calcio), Pietro Maria Fragnelli (Vescovo di Trapani, già vescovo di Castellaneta); moderatore è Giuseppe Romano (Presidente Pro Loco “Domenica Terrusi” di Castellaneta). Le autorità presenti si concentreranno sull'importanza degli aiuti materiali forniti nel corso degli anni, ma soprattutto sull'aiuto immateriale: empatìa e sostegno che hanno alimentato l'autostima e la fiducia nel futuro del popolo albanese. E ora, con la stessa determinazione e passione, si guarda avanti verso una nuova era di collaborazione e solidarietà.

«Se una famiglia di una piccola comunità è riuscita a costruire un legame così forte nella diversità, perché non possiamo estenderlo a due Popoli interi? – ha dichiarato Ottomanelli – Possiamo creare un ponte empatico che unisca Italia e Albania attraverso la cultura, l'arte, le professioni, per costruire un futuro di pace e prosperità; i governi possono cambiare, ma il legame tra i popoli rimane».

Questo evento non è solo un momento di celebrazione, ma anche di riflessione e azione: è un'opportunità per seminare il seme dell'empatia tra i giovani studenti, affinché possano coltivare la cultura della pace e della collaborazione, come ha sottolineato il fondatore: «La guerra non si discute, si costruisce».

Con questo spirito si apre una nuova era di collaborazione tra Italia e Albania: un progetto ambizioso che mira a svilupparsi attraverso una collaborazione permanente, coinvolgendo le comunità, le istituzioni e gli individui di entrambi i Paesi; è un invito a tutti coloro che credono nel potere della solidarietà e della pace a unirsi a questa missione per un futuro migliore.

Questo convegno non è solo una celebrazione momentanea, ma il primo passo verso un cammino lungo e significativo: è un invito a tutti a guardare oltre le frontiere e a costruire ponti di solidarietà e speranza, perché insieme si può creare un mondo in cui la pace e la collaborazione sono la norma, non l'eccezione.