La crisi non esiste parte 1. Padova, imprenditore non riesce a pagare gli operai e si uccide
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Lavori svolti secondo il committente, che a giugno del 2009 aveva bloccato i pagamenti alla Tri-intonaci, non a regola d’arte. Per l’i mpresa di Noventa Vicentina, invece, quella delle opere eseguite male sarebbe stata una giustificazione per non saldare le fatture. Tanto che alcuni giorni fa i dipendenti della ditta di Trivellin, che sono senza stipendio da giugno dello scorso anno, avevano inscenato una protesta proprio davanti ai cancelli della Ederle.
L’imprenditore si era separato dalla moglie, con la quale aveva avuto due figli che ora sono maggiorenni, una decina di anni fa. A Vo’ l’uomo era domiciliato in piazza Liberazione mentre la residenza l’aveva mantenuta nel comune berico, in via Spinosa, 22. Nel centro collinare aveva tentato di ricostruirsi una vita sentimentale. Con la nuova compagna aveva gestito prima un bar a Noventa Vicentina e da poco aveva trasferito l’attività a Padova. Proprio negli ultimi tempi anche questa relazione si era incrinata tanto che i due avevano deciso di non vivere più nella stessa casa. Domenica pomeriggio P.V. si era recata nell’appartamento dell’ex compagno per concordare i turni del bar per la settimana entrante.
Per una strana coincidenza l’appartamento dove domenica si è tolto la vita il quarantacinquenne vicentino, una trentina d’anni fa è stato teatro di un altro dramma simile. Quello del suicidio dell’o peratore della macchina da proiezione del cinema Lux di Vo’. Un fatto che in paese molti ricordano ancora molto bene. Il suicidio di Trivellin è l’ennesimo dramma di una crisi economica che sta coinvolgendo numerose piccole attività, anche in aree che apparentemente sembrano non essere toccate dal problema.