Milano. «Avevo 14 anni quando partecipai al festival di Castrocaro e già lì feci una scelta coraggiosa: a quel tempo le donne cantavano le donne, portando in gara brani di Mina o Patty Pravo: scelsi di cantare “Un bimbo sul leone” di Adriano Celentano».

Lo ha ricordato Fiorella Mannoia alla vigilia dell’uscita il 29 novembre del suo nuovo album “Disobbedire”, contenente nove tracce, tra brani inediti e non, che compongono un ritratto di una delle grandi interpreti della musica italiana.

«Con la mia voce ho sempre preferito il repertorio maschile – ha esternato la cantante – La mia decisione fu considerata bizzarra a quel Castrocaro ma ci fu il patron Gianni Ravera che credette in me».

Questo album, che celebra i 70 anni dell’artista, racchiude canzoni, alcune delle quali firmate da Fiorella stessa, che fondono amore e consapevolezza, speranza e denuncia: brani che guardano al nostro tempo e in cui la musica si fa portavoce di impegno culturale e sociale, come “Mariposa”, già Premio Sergio Bardotti allo scorso festival di Sanremo e Premio Elsa Morante, ispirata alla storia delle sorelle Mirabal, che racchiude un messaggio per lei particolarmente importante e che porta avanti con impegno in ogni occasione: l’orgoglio di essere donna.

Il singolo “Disobbedire”, pubblicato a fine settembre e che dà il titolo al disco, invita all’autenticità in un mondo che spesso induce a conformarsi, un inno alla libertà che spinge a riflettere sul valore dell'indipendenza e dell’autenticità in un mondo che spesso induce a conformarsi, attraverso un testo potente che racconta l’importanza di rimanere fedeli a sé stessi e al proprio sentire anche quando la propria voce suona fuori dal coro.

 «Non ho mai seguito regole di viaggio diversi dal mio intimo sentire – ha confessato – Piuttosto preferisco camminare sopra il ghiaccio anche quando diventa più sottile: la libertà che ancora grida dentro che all’ipocrisia continua a preferire il diritto di disobbedire».

L’album è impreziosito da alcuni sorprendenti featuring, senza limiti tra generi ed età, che ribadiscono l’universalità di alcuni messaggi: con Francesca Michielin e Federica Abbate in “La storia non si deve ripetere”, con Piero Pelù in “Dalla parte del torto” e con Michele Bravi in “Domani è primavera”.

“Domani è primavera” è il nuovo singolo di Fiorella Mannoia, un brano che sfiora le sfide della nostra contemporaneità, il buio di questi tempi in bilico tra violenza e guerra, ma anche la voglia di cambiamento di chi non si arrende: è la primavera che arriva, da sempre simbolo per eccellenza di rinascita e risveglio.

«È con “Come si cambia” che ho veramente capito e preso consapevolezza che questo doveva essere il mio mestiere e che questa mia voce drammatica riusciva a suscitare delle emozioni, se aveva un testo importante – ha sostenuto l’artista – Fino a quel momento era stato un susseguirsi di tentativi nel trovare una strada, una dimensione artistica che mi rappresentasse».

L’artista prosegue il suo viaggio nell’atmosfera intima e suggestiva dei teatri con il tour autunnale che toccherà il 19 novembre Ancona al teatro delle Muse, 21 Cremona al teatro Ponchielli, 23 Genova al teatro Carlo Felice, 25 e 26 Torino all’Auditorium del Lingotto, 28 Bari al teatro Petruzzelli, 1° dicembre Catania al teatro Metropolitan, 2 Palermo al teatro Biondo, 4 Avellino al teatro Carlo Gesualdo, 5 Roma all’Auditorium Parco della Musica, 7 Padova al Gran Teatro Geox, 9 Trento all’Auditorium Santa Chiara, 10 Lugano al Palazzo dei Congressi, 12 Brescia al teatro Dis_Play, 13 Treviglio (BG) al PalaFacchetti, 15 Saint Vincent (AO) al Palais, 19 Montecatini (PT) al teatro Verdi, per concludersi il 22 all’Auditorium Parco della Musica di Roma.