Dopo il fatidico Decreto Romani con il quale il Governo aveva tentanto nell'inverno scorso di affossare il settore delle rinnovabili e il successivo fallimento della sua politica energetica, rigettata dagli italiani grazie al referendum, ecco che Tremonti ci riprova e tira fuori dal suo cilindro una ennesima chicca: la decurtazione del 30% di ogni incentivo verso le energie rinnovabili. Un governo quindi senza alcuna strada maestra se non quella dei tagli lineari visto che non vi è alcuna azione per sostenere lo sviluppo economico/industriale e a questo punto possiamo ben dire vi è anche la totale assenza di una politica energetica dato che il nucleare che piaceva a Berlusconi non piace agli italiani e le rinnovabili che invece riscontrano la simpatia dei cittadini sono osteggiati in ogni modo dal duo delle meraviglie.

Riportiamo quindi la dicitura che compare nella bozza di manovra al vaglio in questi istanti da parte del Capo dello Stato, Napolitano Giorgio:

"Allo scopo di ridurre il costo finale dell'energia per i consumatori e le imprese - si legge - a decorrere dal primo gennaio 2012, tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e del gas naturale, previsti da norme di legge o da regolamenti sono ridotti del 30 per cento rispetto a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010"