Maurizio Portaluri, ecco perchè mi candido con Brindisi Bene Comune
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- Categoria: Elezioni Amministrative 2012
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Avranno pensato, quelle forze politiche, che quando i movimenti portano acqua e voti e concedono la delega di rappresentanza sono cosa buona, ma quando chiedono di essere presenti con loro esponenti senza più deleghe, allora non si può. In una tale situazione sottrarmi a questa prova mi è sembrato ingiusto verso le battaglie condotte e soprattutto verso le persone che con queste battaglie si è cercato di difendere negli anni. L’iniziale ritrosia aveva una ragione importante per me, il timore che un insuccesso elettorale avrebbe consequenzialmente impoverito le battaglie sociali degli anni passati ed ancora in corso.
Questo sarebbe vero, mi sono detto, se la bontà di un impegno per la giustizia e la pace potesse essere misurato in base al numero di voti ricevuto da chi lo ha assunto. Se qualcuno aspetta i risultati elettorali per valutare la bontà delle lotte di Riccardo Rossi e degli altri, come me, che lo sostengono, vuol dire che nelle ragioni e nella necessità di quelle lotte non hanno mai creduto. Così ho superato la tentazione di starmene a casa a guardare il film, un po’ drammatico e un po’ umoristico, della campagna elettorale in corso. Ma una volta chiarito, spero, il perchè sono qui, devo ricordare in primis a me stesso, che non sono nuovo ad impegni istituzionali. Nel 2005, infatti, fui nominato dalla prima Giunta Regionale Vendola Direttore Generale della ASL BAT e poi dell’Istituto Tumori di Bari. Accettai credendo che la nuova stagione politica, anche quella propiziata da un grande movimento sociale di protesta contro la corruzione e le ingiustizie in tema di salute, avrebbe favorito un ritorno del malato e dei suoi interessi al centro del servizio sanitario.
La corruzione e gli interessi delle corporazioni sanitarie, burocratiche e industriali hanno invece continuato il loro pascolo indisturbate. Così dopo poco più di due anni decisi di tornare al lavoro di medico cercando di attuare nel piccolo della mia realtà lavorativa, la radioterapia dell’Ospedale Perrino, quel modello di accessibilità, di pubblicità, di accoglienza che era estraneo al servizio sanitario nel suo complesso. (Se ne avete voglia potete leggere online il libro in cui ripercorro criticamente l’esperienza da manager nel servizio sanitario pugliese http://www.glocaleditrice.it/record/dettagli.php?id_elemento=764) In questo senso sono molto contento del lavoro che ogni giorno svolgo con i miei collaboratori e credo siano contenti anche loro e spero soprattutto gli ammalati ed i loro parenti. Sia da direttore generale, per quel poco tempo, sia come medico, per ormai quasi trent’anni, ho cercato di agire sempre avendo in mente che quello che mi veniva affidato, un reparto ospedaliero piuttosto che una ASL, era un “bene comune”, qualcosa di indisponibile per gli interessi dello Stato o del privato, ma utile a garantire i diritti della persona. Ma allora perchè, dopo aver abbandonato un incarico istituzionale sulla base di una critica politica, mi candido a ricoprire un ruolo istituzionale e rappresentativo? Sento già la logica obiezione serpeggiare tra di voi.
Intanto devo rispondere che se fossi eletto al consiglio comunale non dovrei lasciare il mio attuale impegno di medico del servizio pubblico e di ricercatore del CNR al quale tengo moltissimo. Ma proprio l’analisi dell’esperienza istituzionale svolta mi ha portato a ritenere che almeno a livello locale, continuando i partiti ad essere impermeabili all’urgenza di tutelare i “beni comuni”, è necessario che quanti ci credono tentino di essere presenti nelle istituzioni direttamente, senza deleghe e mediazioni. E veniamo alla scelta di sostenere Riccardo Rossi come candidato Sindaco per Brindisi. Riccardo ha sicuramente un curriculum di impegno sociale a tutela dei “beni comuni”. Le lotte sociali contro il rigassificatore, il carbone, a tutela della salute di bambini e lavoratori, i processi per le vittime del petrolchimico, i disoccupati, la mobilità a misura d’uomo, contro il razzismo, per l’acqua pubblica, contro la violenza alle donne, per la tutela sindacale dei lavoratori della cultura con la CGIL lo hanno visto sempre presente e spesso protagonista (potete leggere il suo curriculum su http://www.brindisibenecomune.it/index.php?lang=en ).
Ma ci sono altri aspetti della sua storia che mi sembrano utili per la città a cui si propone come Sindaco. Il fatto che sia un ingegnere e che sia nel contempo un ricercatore di un ente pubblico di ricerca come l’ENEA. Un ingegnere per analizzare, progettare e ricostruire questa città rappresenta una forma mentis ed una competenza necessaria per ogni comunità in crisi come la nostra. Riccardo Rossi è anche impegnato come ricercatore in un settore avanzato della scienza, quello delle nanotecnologie, caratteristica che da sé ci dice come sia possibile anche a Brindisi una industria diversa da quella inquinatrice di terra e di corpi sperimentata in questi decenni. Una industria che ricerca innovazioni a servizio della persona, che non sporca, che richiede giovani qualificati, quelli che oggi sono costretti ad emigrare. A me sembrano caratteristiche personali che consentono di evocare scenari collettivi pieni di valori di giustizia e di pace: una comunità progettata secondo i valori del riconoscimento reciproco, dell’apertura al mondo nuovo in fermento in tutto il Mediterraneo, della lentezza dei rapporti ma che non rinuncia a quello che la scienza può mettere a disposizione per il bene di molti e dei più svantaggiati e non, come accaduto finora, per lo più degli azionisti senza volto della grande industria. Ma non vorrei tralasciare alcune considerazioni politiche oltre quelle già trasparite dalle precedenti precisazioni. “Bindisi Bene Comune” non è una lista civica, è una lista di cittadini attivi che vogliono rappresentare direttamente nel Consiglio Comunale la tutela dei “Beni Comuni”.
Quello dei “Beni Comuni” è un movimento che nasce a Seattle nel 1999 e percorre l’inizio del nuovo millennio in tutto il mondo ed in maniera variegata. In Italia ha in padre Zanotelli un rappresentante notissimo per il suo impegno per l’acqua pubblica e contro le spese militari. Il referendum sull’acqua pubblica si è retto quasi unicamente sulle forze dei cittadini autorganizzati. Già nella precedente tornata elettorale amministrativa in molti Comuni si sono affermate liste di movimenti che avevano lottato contro le discariche, gli inceneritori, il fotovoltaico selvaggio. Anche questa volta il fenomeno si conferma in molti centri, anche importanti come la vicina e martoriata Taranto. Non si vogliono cancellare i partiti, ma si deve prendere atto che è in corso una stagione nuova caratterizzata dal ritiro della delega ai partiti tradizionali, dalla perdita di evidenza politica ed economica della differenza tra destra e sinistra, dalla presenza immediata nelle istituzioni sostenuta dalla pressione sociale. Tutto cambia e cambia velocemente. La partita vera che si gioca alle prossime elezioni comunali a Brindisi è quella tra chi vuole mettere in campo un’azione seria di contrasto all’espansione dell’industria pesante ed inquinante e chi vuole invece continuare a blandirla. Senza questa azione di contrasto e a favore dell’ industria dell’innovazione tecnologica, la rinascita di porto, pesca, agricoltura, turismo e cultura sarà solo una pia illusione. Si tratta di una visione politica della città completamente differente da quella di fatto favorita dalle passate amministrazioni e che non può essere credibilmente affidata agli stessi volti che sono stati presenti, nelle diverse stagioni, nel Consiglio Comunale.
Ma con una fondata diffidenza si deve anche guardare a quelle forze politiche che presenti in Parlamento e nei governi regionali e provinciali si presentano alle elezioni comunali, variamente assemblate, come se i loro importanti e potenti esponenti in quei consessi non avessero di fatto cancellato Brindisi dalla loro agenda, proprio sui temi che ho più volte citato in questa lettera. Spero di aver chiarito sufficientemente le ragioni della mia scelta ed ancor più di aver convinto qualcuno di voi a sostenerla con il voto il 6 e 7 maggio prossimi.
Un cordiale saluto
Maurizio Portaluri