L’evento prodigioso della preservazione del popolo castellanese dal morbo, fu attribuito all’olio della lampada votiva che ardeva davanti all’immagine sacra della Vergine venerata in un’antica chiesetta nelle adiacenze dell’attuale Santuario Maria SS. della Vetrana (il termine è la corruzione di “veterana”, proprio a testimonianza di un antico culto preesistente).

A risparmiare la comunità dal terribile flagello, perciò, si riconobbe l’intercessione della Madonna della Vetrana. Il fatto è documentato anche da schede notarili.

Per evitare l’incedere del contagio, si dette fuoco a tutto ciò che era stato in contatto con il morbo.

I falò assolvono perciò a una duplice funzione: rievocano le suppellettili bruciate in occasione della liberazione dalla peste, ardono in segno di festa ed esultanza.

I festeggiamenti religiosi proseguono il 12 gennaio con la festa patronale in onore della Patrona Maria SS. della Vetrana.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Legata al culto mariano è anche la “diana”. Un folto gruppo di cittadini e devoti, accompagnati dalla banda cittadina che esegue una marcia lenta (detta appunto Diana), compie qualche notte prima dell’11 gennaio il “giro per i frantoi oleari” per rievocare la raccolta dell’olio utile ad alimentare la lampada benedetta.

Le tradizioni e la gastronomia

Le maestose cataste di legna sono realizzate da privati cittadini, associazioni, gruppi, comitati, enti (partecipano anche a un concorso: la mattina dell’11 gennaio, quando sono ancora spenti, un comitato ne esamina la realizzazione).

Ma quella delle fanove rimane soprattutto una festa popolare. Alte decine di metri, richiamano ogni anno migliaia di turisti. La gente che affolla le strade intona il canto mariano Tu sei del popolo letizia e pace. E intorno a ogni fanova si improvvisano musiche e danze popolari, mentre i castellanesi offrono a chiunque si unisca a loro per festeggiare, tipiche golosità contadine: ceci e fave abbrustolite, taralli, frittelle, vino, bruschette e friselle condite con olio rigorosamente extravergine d’oliva e “pomodori appesi”.

http://www.folclore.eu/It/Eventi/Italia/Puglia/Bari/Castellana-Grotte/Le-Fanove.html