Bandiere sfarfallanti, sbandieratori, suono di pifferi, rullo di tamburi, cembali: questo e altro per il “Battimento della ‘Nzegna” in onore della Vergine SS. Maria di Belvedere a Carovigno (Br). Insomma una cornucopia d’emozioni della quale è meglio che i “curiosi viaggiatori” facciano il pieno il 6 o il 10 aprile. Il primo appuntamento è in Piazza Municipio e il secondo davanti al santuario mariano a quattro chilometri dal paese. In realtà una prima “Battitura” ci sarà a Pasquetta ma, tradizione vuole che la manifestazione sia riproposta, per volontà della famiglia Carlucci (dei Mamma Mamma) di Carovigno, altre due volte. E questo a sottolineare quanto sia sentita la tradizione della ‘Nzegna, e il culto della SS. Maria di Belvedere. La sua immagine, nella cripta basiliana sull’omonimo colle, ha origini leggendarie.

Si narra di un non ben identifi cato Signore di Conversano che, gravemente malato, sognò una “Matrona vestita di stelle”. Gli assicurò che per guarire doveva andare in contrada Belvedere dove avrebbe trovato la sua immagine dipinta nella grotta. Per un’altra leggenda un mandriano, smarrita una vacca, la ritrovò inginocchiata di fronte al dipinto della Madonna. Tanta fu l’emozione che, legato un fazzoletto colorato a un bastone, urlando di gioia lo lanciò più volte in aria: nacque così
la ‘Nzegna. È una bandiera defi nita da Rosario Jurlaro “insegna mariana”, di form a quadrata con disegni a triangolo di vari colori ai bordi mentre al centro c’è la rosa mistica, simbolo mariano bizantino. Questo perché andando oltre le leggende, il dipinto della Madonna di Belvedere sarebbe opera di un ignoto pittore, il quale lo dipinse in grotta poiché a seguito dell’ editto del 726 d.C. dell’ iconoclasta imperatore d’Oriente Leone Isaurico, era vietato il culto di immagini sacre né, di conseguenza, era consentito esporle.

{affiliatetextads 1,,_plugin}La festa della ‘Nzegna davanti al santuario è caratterizzata dall’accorrere di popolo ingolosito dall’idea di vedere la maestria degli sbandieratori capaci di far volare i vessilli al ritmo della banda musicale, di assistere alla processione
e anche, perché no, dopo l’esecuzione della ‘Nzegna e ricevuta la benedizione, consumare carni alla brace, “gnummarieddi” (involtini di fegato, carne, prezzemolo, formaggio pecorino) e bere vino rosso di Carovigno.
Il paese (172 metri sul livello del mare., 16.050 abitanti) è di origine messapica. Da visitare il rione Terra
a struttura medievale, il Castello Dentice di Frasso dei sec. XIV-XV, la chiesa di S. Anna, della famiglia Imperiali (sec. XVII-XVIII), la Parrocchiale, dedicata all’Assunta, il Castello di Serranova edifi cato nel 1629 dal nobile genovese Ottavio Serra, la Torre Santa Sabina, (XVI sec.) con i quattro spigoli orientati verso i punti cardinali. Infi ne Torre Guaceto del XVI secolo e l’Oasi protetta del WWF.

I ristoranti: Già sotto l’arco, ritenuto uno dei migliori in Puglia. Al Caminetto , Altamarea , Coppularossa, Da Michele ,Il Grottino , Ippocampo Lo scoglio , Taverna del Castello, Trattoria sotto le stelle , Trattoria Porta Nova
Turicchio.

http://www.gazeco.it/gazeco/archivio/03-04-2010.pdf