Vendola è tornato. Da leader (di Franco Antonacci)
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"Credo sia ripresa con molta vorticosita' l'infinita transizione della politica italiana” dice riferendosi alla situazione politica attuale dopo i contrasti nel centro destra. Nel centrosinistra, invece, "vi e' una crisi di prospettiva e di progetto pesantemente segnato dalle ultime consultazioni amministrative. C’e' una divaricazione importante nel centro destra con visioni strategiche differenti e confliggenti. Un quadro mosso e inquietante perche la crisi del centro destra sposta ancora di piu' l'asse politico e culturale del nostro paese verso destra. Dalla crisi del centro destra – sottolinea ancora Vendola - non esce un paese spostato a sinistra, rinvigorito, ma la parte piu' reazionaria della destra rinvigorita dalla Lega nord, le parti apertamente xenofobe della coalizione. Il centro sinistra e' ancora un rebus. Ancora non e' il volto di una prospettiva credibile, forte e affascinante di alternativa".
La minaccia delle elezioni anticipate? “E’ come quando a poker si dice vedo. Da questo ad una previsione di quello che accadra' ce ne corre". Niki Vendola, insomma, non crede a ipotesi di caduta del governo come avvenne a Prodi nel giro di due settimane all’inizio del 2008. Anche allora nessuno poteva immaginare che tutto stava per saltare. Con una differenza. Prodi, al Senato, si reggeva con un voto in più, Berlusconi, invece, se i voti dei finiani non vengono meno può continuare a stare tranquillo. La partita, è la sua analisi, “viene giocata con grande determinazione e con toni forti dai protagonisti. E' un quadro mosso nel quale il tema delle riforme istituzionali presentato come possibile luogo per ritrovare il galateo di una politica piu' elevata mette i brividi. Perche' i rapporti di forza - ha aggiunto con preoccupazione Vendola – lasciano immaginare lo stravolgimento della costituzione repubblicana per come e' stata scritta e per come l'abbiamo conosciuta. Mi pare sia chiaro il disegno della destra e confuso quello della sinistra".
{affiliatetextads 1,,_plugin}A chi gli chiede se lui può essere una carta del centrosinistra qualora si andasse al voto anticipato risponde: “Io candidato per un progetto nuovo come indicano i sondaggi? Sono molto imbarazzato, perche' normalmente sono abituato a perdere nei sondaggi e tendo a vincere le elezioni. Non vorrei che stessero cospirando per farmi del male. Cominciare a vincere nei sondaggi mi preoccupa". Per questo preferisce attenersi alle questioni in agenda.
Al federalismo fiscale che poi è la partita vera che la Lega nord intende giocare fino in fondo e che punta al cuore, alla spaccatura dell’Italia. E anche se il leader della Lega, Umberto Bossi, non lo dà molto a vedere minacciando le elezioni anticipate per far vedere di non avere paura di un nuovo appuntamento elettorale con la scusa che “magari ci prendiamo tutto il nord” nei fatti è preoccupato di non riuscire a portare a casa proprio il federalismo. Che del resto come sia Tremonti che lui qualche giorno fa hanno detto è già bell’è pronto. Non farlo adesso una jattura. "Vedo una prospettiva drammatica, cioe' la declinazione de federalismo in chiave secessione". Secondo Vendola la Lega "ha ampliato i margini della propria influenza egemonica sul governo. Siccome uno degli appuntamenti piu' delicati e' la legge delega sulla traduzione in parametri concreti del federalismo li' si puo' giocare una partita a sfasciare il Paese. Sono molto preoccupato - ha aggiunto- bisognerebbe uscire dalla logica del piccolo cabotaggio e della navigazione a vista e fermarci a riflettere su qual e' il patto che puo' tenere in piedi il Paese".
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