Pomigliano e il PD, storia di un partito oramai alla deriva
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Invalidando il CCNL con il benestare di Cisl e Uil si va verso un accordo contrattuale costruito ad hoc per un solo stabilimento, contravvenendo allo statuto dei lavoratori, alla costituzione e al buonsenso. Mi risulta incomprensibile capire le proposte della FIAT che spera di alzare la produzione introducendo i divieti di sciopero, dissenso, manifestazione, partecipazione alle campagne elettorali, riducendo la pausa pranzo e inserendo turni di lavoro massacranti. Come si fa a conciliare queste proposte con un programma di investimento che loro ritengono serio? E' davvero un'operazione contabile/finanziaria o piuttosto si tratta di una posizione ideologica che mira a smantellare la contrattazione colletiva permettendo alla grande azienda di porsi in una posizione non paritetica ma di supremazia rispetto al lavoratore?
E ancora più inspiegabile è la posizione del PD che ha annunciato che appoggerà il SI al referendum interno sulle modifiche contrattuali "purchè non costituisca un precedente". Come si fa a sostenere questa posizione? E' chiaro che questo sarà un precedente e dopo Pomigliano magari si passerà ad un accordo separato su Melfi e Mirafiori. In quel caso che posizione prenderà il PD sotto il ricatto occupazionale della grande azienda pronta a delocalizzare nell'Est Europa piuttosto che sottostare allo Statuto dei Lavoratori?
{affiliatetextads 1,,_plugin}Quali interessi sostiene e copre il PD se non quello della grande industria piuttosto che quello collettivo dei lavoratori? Attenzione, questo non è un richiamo nostalgico alle lotte marxiste ottocentesche perchè chi vi scrive non avrà mai un CCNL, purtroppo. Ma è lampante che nella storia moderna del lavoro la contrattazione collettiva è lo strumento ad oggi tecnicamente più valido per garantire sia l'industria che il lavoratore. Un CCNL è tale perchè vale in ogni stabilimento d'Italia dello stesso tipo, senza distinzione di situazione finanziaria, di management o di investimenti! Con la contrattazione collettiva nè gli uni nè gli altri prevaricano, dovendo raggiungere per forza di cose l'accordo. Accordo che riguarda milioni di lavoratori che rappresentano una massa produttiva con cui dover fare i conti.
Ma una volta stracciato il CCNL, che faranno le poche migliaia di lavoratori di Pomigliano contro una multinazionale come la FIAT? Sotto il ricatto occupazionale per forze di cose dovranno accettare diritti al ribasso. E il PD con il suo esimio Enrico Letta, nipote del Gianni questo lo sa. Evidentemente non avendo mai avuto problemi lavorativi ma avendo passato il tempo a studiare "teoricamente" modelli liberisti senza senso sta provvedendo a inondare l'Italia delle sue idee malate. Qualcuno si chiede come mai gli operai oramai non votano più a sinistra e ripiegano sulla Lega. In questi giorni stiamo capendo il perchè.
Qualcuno diceva anche che quando il lavoro non è più un diritto ma un ricatto, allora siamo veramente ad un passo dal baratro. Fa ridere poi il trafiletto dell'Unità che si chiede dove sia il popolo viola nella lotta contro la FIAT. Ma in redazione si sono chiesto dove sia il PD nella lotta contro la destrutturalizzazione del lavoro?