Nichi: Nonostante referendum stile bulgaro, esemplare lezione dagli operai.
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“Non c’e’ mai stato – ha proseguito il leader di Sel – un negoziato su Pomigliano, non ci sono pregiudiziali, la disponibilita’ di trovare un punto di compromesso e’ stata manifestata da parte di tutti inclusa la Fiom. E credo che oggi si puo’ tornare al tavolo senza pensare che quel tavolo debba trasformarsi nella ‘Caporetto’ del movimento operaio che e’ uscito dal 900 e debba precipitare nell’800″.
{affiliatetextads 1,,_plugin}“Oggi dobbiamo rimettere – insiste Vendola – le cose in ordine e anche insieme sollecitare il governo non a fare la parte che impropriamente ha svolto finora: quella dell’arbitro che si mette a giocare dalla parte dell’impresa. Anzi fa di piu’: si mette a spingere l’impresa verso atteggiamenti estremisti ed oltranzisti. Il governo deve rispondere su domande piu’ impegnative che riguardano il profilo delle politiche industriali di questo Paese. Il governo tace di fronte alle mille vertenze, cerca di farle vivere in maniera frammentata e sparpagliata perche’ continua ad immaginare che non sia nella titolarita’ di un governo mettere in campo una politica industriale, e che questa invece appartenga alle propaggini spontanee del mercato. Non c’e’ un luogo dove si discute di politica industriale”.
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“E la politica torni ad interrogare la situazione del lavoro. Lo dico sopratutto alla sinistra e al centrosinistra, che spesso si interrogano con toni shakespeariani intorno ai propri dubbi esistenziali e alle fragilita’ del proprio ubi consistam. La sinistra non c’e’ se non c’e’ il lavoro sulla scena pubblica, se non c’e’ il lavoro inteso come diritti e dignita’ del lavoro, del lavoro come ingresso nella cittadinanza. Se invece la sinistra pensa che queste materie siano sociologiche e sindacali e non attengono alla qualita’ del fare politica, quella e’ una sinistra morta”.
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“Infine vorrei segnalare – continua il presidente della Regione Puglia – che l’eccesso di zelo del sistema informativo e del sistema politico sulla vicenda Pomigliano e’ stato impressionante: i giornali hanno avuto nella stragrande maggioranza una specie di ‘fregola’ nell’annunciare un trionfo che invece poi i dati definitivi hanno svuotato di qualunque fondamento. E anche questo, il fatto che siamo davvero assediati dal pensiero unico, e’ insopportabile”.
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“Oggi, io penso – ha concluso il leader di Sel – che Marchionne debba fare una riflessione, debba evitare atteggiamenti ritorsivi. E’ impossibile immaginare appunto che si seppellisca attraverso una guerra lampo tutto il corredo di diritti e lotte che appartengono alla storia operaia e all’Italia. Non e’ nemmeno un vantaggio per l’impresa. Un sistema di impresa che compete riducendo il costo del lavoro, riducendo i diritti e le tutele sindacali, e’ un sistema d’impresa che rinvia di poco tempo i conti con la propria fragilita’”.
Uff. Stampa Sinitra Ecologia Libertà