Vendola: L'Italia pronta ad accettare un premier gay
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Di Silvio Berlusconi, Vendola dice che “come tutti i prodotti pubblicitari, è usurato” e se l’età merita rispetto e considerazione, “il modello è vecchio”. Vendola, però ammette di essere in parte figlio del berlusconismo e delle sue crepe. Il presidente del Consiglio, secondo il governatore, “si è presentato come l’uomo in grado di vendere sogni, mentre il centrosinistra come un’alleanza di amministratori di condominio che tante volte non erano eccellenti”, ma non c'è differenza tra gli schieramenti, “appaiono come due copioni shakesperiani quasi identici”.
{affiliatetextads 1,,_plugin}La sinistra ha fatto l’errore di “non aver inteso la trasformazione del paesaggio sociale italiano e non aver saputo offrire altro racconto – afferma Vendola – Deve curarsi ha una grave malattia”. La patologia in questione sarebbe “la sindrome di Zelig – aggiunge – Per paura di perdere contro Pdl e Lega, si traveste da destra. Per paura di perdere il consenso del mondo cattolico, si traveste da cardinale. Per paura di perdere i voti degli imprenditori, si traveste da Confindustria”.
Sulla candidatura di Vendola, il segretario del Pd, Bersani non ha espresso alcun giudizio. Questa reazione, il governatore l'ha interpretata come un “silenzio di riflessione” da parte di una persona “di grande serietà e moralità”. Mentre la reazione contraria del leader dell’Idv, Antonio Di Pietro Vendola la legge come il timore che “possa riportare nell’alveo del Pd tutti i voti che ha drenato al centrosinistra, cannibalizzando la sinistra radicale. Ma non sono sceso in campo per togliere spazio vitale a Di Pietro”.
Quanto a D’Alema, Vendola lo definisce “una persona generosissima” e anche quando è stato attaccato dall’ex premier, si è trattato di un “atto di generosità, perchè sapeva di avere la possibilità di perdere la partita”. Nel centrodestra, il governatore pugliese, in un’ipotetica alleanza, sceglierebbe Fabio Granata, “ma non potrei arruolarlo - conclude – perchè verrebbe additato come la prova postuma che tra i finiani c'è un’intelligenza col nemico”.
(C) lagazzettadelmezzogiorno