Riserva Terrestre


http://www.diloscenter.it/web/orme/percorsi/carovigno_torre_guaceto.jpgA monte, infatti, permane un sistema agricolo tipico della zona di Ostuni – Carovigno, posto in grande continuità con la copertura vegetale esterna alla riserva. Grandi oliveti secolari attentamente mantenuti divisione degli appezzamenti e limitazione delle strade realizzate con muri a secco di pietra locale ed ancora negli oliveti, terreni rossi, non coperti da vegetazione e non interessate da altre culture. La bonifica dei terreni (risalente al 1931) ne ha determinato la regolarizzazione dei confini e della struttura viaria di servizio, la divisione in piccole proprietà, la realizzazione di modesti edifici colonici annessi (attualmente se ne contano circa centocinquanta). L’immagine dell’area a monte della superstrada è dunque quella di un ambito agricolo di bonifica, caratterizzato dalla presenza diffusa di oliveti, seminativi ed ortaggi e perlopiù privo di ambiti naturalisticamente qualificati, se non per piccoli appezzamenti marginali. Nell’area posta a valle della superstrada i terreni hanno una connotazione più naturale.

{affiliatetextads 1,,_plugin}La successione spaziale spiaggia, duna, macchia mediterranea si conclude con aree agricole (prevalentemente orticole) ed alcuni rimboschimenti di non grande qualità. Il secondo tratto costiero, che si sviluppa verso sud, non presenta né dune né spiaggia. Si caratterizza come una costa bassa e rocciosa, con piccole spiaggette ed una vegetazione che si spinge fin sulla linea di costa. La zona che si sviluppa alle spalle del promontorio della Torre di Guaceto è stata interessata, in passato, da una bonifica dei terreni di cui rimane traccia nei segni lasciati dai canali. Tale bonifica servì a far defluire le acque che si accumulavano in questa zona a causa della ridotta acclività del terreno e all’affioramento della falda di acqua dolce. Ciononostante, una parte dell’area è sempre rimasta umida. Una volta abbandonato l’uso agricolo dei terreni bonificati, le acque hanno nuovamente allagato interi settori, creando specchi d’acqua permanenti. Successivamente la crescita dei canneti ha chiuso parzialmente le superfici libere delle acque.

Il sistema che n’è scaturito riviste un grande interesse da punto di vista ambientale, essendo luogo di passo di numerose specie di avifauna ed, inoltre, essendo caratterizzato dalla presenza costante di uccelli, anfibi ed insetti connessi ai sistemi umidi. La parte di territorio posto a valle del tracciato della superstrada è caratterizzata da una bassa densità insediativa: sulla costa si trovano gli edifici di Punta Penna Grossa e la Torre di Guaceto, mentre nell’immediato entroterra l’edificato è costituito dalla casa del guardiano e, oltre la macchia da alcune case coloniche. Oltre ciò, sono presenti i ruderi delle strutture di un campeggio risalente agli anni ‘80 attrezzatura da sempre inutilizzata e che, abbandonata definitivamente all’azione distruttiva del tempo e degli agenti atmosferici, è attualmente oggetto di atti di vandalismo che ne minano il già precario stato di conservazione.

Riserva Marina

http://www.accomodationpuglia.com/images/torre-guaceto2.jpgPer cominciare a parlare dell’ambiente marino, introduciamo due concetti importanti: la profondità e la temperatura. La profondità influenza le condizioni di luce: infatti, attraverso il mezzo acqueo, i raggi luminosi vengono sempre più assorbiti all’aumentare della profondità, fino ad arrivare all’assenza della luce stessa. Gli ultimi componenti dello spettro luminoso a penetrare maggiormente sono i raggi di colore blu - verde: da qui il caratteristico colore del mare. La presenza di alghe o piante marine fotosintetizzanti, l’evoluzione di apparati visivi capaci di vedere a bassa luminosità, i colori degli organismi sono alcune delle caratteristiche ad essere influenzate dalla profondità e dalla conseguente luce. La temperatura è un elemento importante poiché in mare, come in aria, esistono correnti fredde e calde che coesistono tra loro. Oltre ad influenzare la presenza di biocenosi termofile, la presenza delle correnti a diverse temperature genera dei termoclini, che gli organismi planctonici non sono in grado di superare.
A seconda della profondità si possono individuare quattro ambienti: sopralitorale, mesolitorale, infralitorale, circalitorale.

Il tratto di litorale che delimita l’AMP, nonostante sia relativamente breve, è caratterizzato da una linea di costa molto varia; in particolare, in corrispondenza del lato meridionale della Torre di Guaceto, la costa è lineare ed è costituita prevalentemente da una falesia argillosa. In prossimità della Torre e per alcune centinaia di metri rispetto al lato settentrionale della stessa, la costa è caratterizzata da una piccola falesia rocciosa con contorni frastagliati che formano una serie di piccole insenature. Nel tratto successivo, continuando verso Punta Penna Grossa, la costa diventa bassa e sabbiosa.

Nell’AMP di Torre Guaceto le praterie di Posidonia oceanica rappresentano uno degli habitat che maggiormente caratterizzano i fondi. Le lunghe foglie di questa pianta marina frenano l’azione erosiva del moto ondoso sulle coste e le protegge dall’erosione, le radici intrappolano il sedimento impedendone la risospensione, l’attività fotosintetica produce un’elevata quantità di ossigeno e i suoi residui producono materia organica, l’intricata morfologia delle praterie crea una serie di microhabitat che sono fonte di cibo e rifugio per numerosi organismi. Le praterie sono estremamente sensibili a differenti forme di stress antropico e possono subire una regressione a causa di attività di pesca, di ancoraggio, di inquinamento chimico. Si ritiene che il fondale di Torre Guaceto sia un ambiente altamente interessato da un’elevata
http://www.cedifop.it/images/im-av/Tartaruga%20del%2012.13.03.jpg sedimentazione che può rappresentare una minaccia di soffocamento per le praterie.

In zona C sono presenti tratti di pre-coralligeno ampiamente colonizzato da organismi in ottime condizioni di salute; particolarmente numerose sono risultate le gorgonie dalla forma tipicamente arborescente quali la gialla Eunicella cavolini e la bianca Eunicella singularis. Assieme ad esse molto comuni sono i briozoi Sertella sp. e Myriapora truncata, organismi formati da uno scheletro di carbonato di calcio facilmente sgretolabile.

Links: http://www.riservaditorreguaceto.it/