“Adesso la Puglia – ha continuato la Vice Presidente - non ha più nulla da temere. Nessuno può più contestare la vocazione assoluta del nostro territorio per le energie rinnovabili. Una vocazione che rivendichiamo da mesi con forza direttamente proporzionale alla corsa di Berlusconi in direzione del nucleare”. 
Secondo Loredana Capone “il Governo che ha impugnato come incostituzionale la nostra legge sull’energia, adesso subisce la stessa sorte sul cavallo di battaglia numero uno delle proprie politiche in materia di energia”. 
“Con l’articolo 4 – spiega -, dichiarato illegittimo nei commi 1, 2, 3 e 4, il Governo apriva alle procedure d’urgenza per la costruzione di nuove infrastrutture per la produzione di energia elettrica, cioè per le nuove centrali nucleari”. 
“I reattori rientravano in un piano di urgenza "in riferimento allo sviluppo socio-economico" e si stabiliva la loro costruzione per mezzo di capitali "prevalentemente o interamente privati". 

{affiliatetextads 1,,_plugin}Per attuarle, veniva istituita la figura di uno o più Commissari straordinari del governo, con poteri esclusivi e totali in tema di nuovi impianti energetici, al punto tale da poter scavalcare tutti gli enti coinvolti (a partire dai Comuni e dalle Regioni) per la scelta delle nuove sedi nucleari nazionali. 
È stato proprio il mix tra "ragione d'urgenza" ed "utilizzo di capitali privati" e la privazione dei poteri decisionali delle regioni in materia ad aver condotto la Corte Costituzionale a cassare l'intero articolo, nei commi che vanno dall'1 al 4”. 
“Dopo le tante battaglie e i tanti ricorsi – ha concluso la Vice Presidente - non possiamo che esultare. Per la Puglia e per l’Italia è finita la paura. La sentenza della Corte Costituzionale decreta di fatto e di diritto la condanna a morte del nucleare”.