{affiliatetextads 1,,_plugin}Ci fa notare il consumatore con una convincente email che: “non c'è bisogno di essere esperti per capire quando un gelato confezionato, una volta sciolto (o quasi) sia stato sottoposto a ricongelamento. Esso perde prima di tutto la sua forma originaria” – continua la signora – “sia che si tratti di vaschette, sia che si tratti di ghiaccioli o altro; per questi ultimi la deformazione è più evidente e, se racchiudono la panna, questa risulta fuoriuscita e contornata di cristalli di ghiaccio”.

L’acuta osservatrice ci rappresenta che da una semplice analisi empirica è sufficiente verificare che “per quelli in vaschetta te ne accorgi dalle increspature del gelato che risultano schiacciate o appiattite del tutto. Poi quando viene il momento dell'assaggio ti accorgi di una consistenza meno omogenea, "più farinosa" ed i cristalli li senti sotto i denti”.

Dopo la lettera inviata a mezzo email dalla preoccupata mamma di famiglia che ci faceva notare circostanze che un po’ tutti abbiamo già potuto appurare, Giovanni D’AGATA ha effettuato una statistica “fai da – te” acquistando alcune vaschette da altrettanti super o iper - mercati e ha potuto verificare che in gran parte dei casi, quanto rappresentato risultava non solo veritiero, ma addirittura allarmante.

Per queste ragioni, abbiamo deciso di segnalare quello che potrebbe apparire come un preoccupante fenomeno di grandi dimensioni, poiché l’estate avanza e il consumo di gelati in casa aumenta vertiginosamente. 

Ritiene, infatti, il componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori, che un’urgente verifica almeno “a campione” potrebbe dirimere tutti i dubbi sulla sussistenza o meno di rischi per la salute umana.