Una battaglia di civiltà – ha concluso il sindaco – che ci  vedrà sicuramente protagonisti anche l’anno prossimo quando tantissimi carlantinesi andranno a votare “sì” al referendum.> Nei giorni scorsi, il Comitato “Acqua bene comune” ha comunicato i primi dati della raccolta referendaria: le firme raccolte su tutto il territorio nazionale sono state più di un milione, 100mila in Puglia e più di 20mila in Capitanata. L’obiettivo del comitato referendario è ora quello di portare almeno 25 milioni di italiani alle urne nella prossima primavera.

{affiliatetextads 1,,_plugin}I tre quesiti referendari permetterebbero, per l’affidamento del servizio idrico integrato, la possibilità di abrogare le ultime disposizioni del governo Berlusconi sull’acqua ricorrendo al vigente articolo 114 del Decreto Legislativo n. 267 del 2000. In pratica, tale articolo prevede, per la gestione della risorsa acqua, il ricorso ad enti di diritto pubblico o a forme societarie che qualificherebbero il servizio idrico come “privo di rilevanza economica”, ossia servizio di interesse generale scevro da profitti nella sua erogazione.

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