{affiliatetextads 1,,_plugin}Un resoconto dettagliato del siparietto che è finito nei verbali ufficiali della seduta. «Credo che l'assessorato si sia mosso grazie a una mia denuncia perché a me personalmente è capitato tutto questo», ha esordito il consigliere del Carroccio, secondo quanto riferisce il Corriere Veneto. In realtà il progetto di legge era già stato approntato nella scorsa legislatura, ma la precisazione non ha fermato l'irruenza del leghista, che ha praticamente monopolizzato la seduta: «Si viaggia in vagoni da bestiame, io salgo a Monselice e mi siedo passata Padova. Mi è capitato di incappare in un biglietto non obliterato quando ho preso di corsa il treno di ritorno - si è giustificato - Sono salito e, guarda caso, 10 metri dopo - non 10 km ma 10-20-100 metri - mi si è avvicinato il controllore».

A nulla sono valse le spiegazioni di Bozza sul biglietto non timbrato:
«L'ho preso stamattina, lo oblitero quando lo faccio... guardi sono anche consigliere, non è che ho voglia di essere trattato meglio degli altri, però..» Niente da fare, 50 euro di multa: «Non li ho in tasca, pago con il bancomat». Ancora niente da fare, i controllori non hanno la macchinetta. E il diverbio si è acceso: «Perchè uno deve avere per forza 50 euro in tasca? - ha chiesto il consigliere - sono passato a una multa di 100 euro. Voglio che i controllori abbiano il bancomat», ha tuonato il leghista davanti alla commissione. «Ma è vero che ha chiesto al controllore se era comunista?», ha domandato il vicepresidente dell'Assemblea regionale, il Pd Franco Bonfante: «Sì, gliel'ho chiesto», ha ammesso il consigliere del Carroccio.

(C) Il messaggero