Posizione, inoltre, hanno preso Udc e Pd, attraverso i rispettivi organi dirigenziali, bollando la situazione che vede protagonista Proto come estremamente grave e indecorosa per la città, sempreché abbia ragione chi smentisce il consigliere Pdl. In difesa di quest’ultimo, nei giorni scorsi, soltanto il coordinatore provinciale del partito Luigi Vitali, che ha invitato tutti alla calma lasciando da parte i giudizi affrettati e la voglia di protagonismo politico e l’ex Udc Luigi Galiano, un tempo acerrimo avversario di Proto in consiglio, che ha consigliato di prendere la situazione con le pinze perché estremamente delicata e poco chiara. Attestati di stima, questi, che evidentemente non acquietano il consigliere nell’occhio del ciclone, il quale confessa: «Sto seriamente pensando di dimettermi dal consiglio perché questa città si sta dimostrando omertosa, non posso rischiare di passare per il razzista che non sono».

{affiliatetextads 1,,_plugin}A beneficio di chi non abbia seguito le puntate precedenti, un piccolo riassunto della storia. È l’ora di pranzo di lunedì quando sia Proto sia Friday Osaf, clochard nigeriano di stanza a Francavilla, si trovano in via Immacolata. Il primo fa la spesa, il secondo chiede l’elemosina. A un certo punto si trovano l’uno vicino all’altro e, quando l’extracomunitario chiede un’offerta a Proto, questi lo scansa negandogliela e, a quanto pare, lo redarguisce invitandolo ad allontanarsi perché lì dà fastidio. Ne nasce un diverbio che, a detta di Proto, sfocia in aggressione durante la quale il nigeriano avrebbe estratto un coltello. I vigili, credendo alla versione del consigliere, arrestano Osaf dopo un inseguimento in cui uno degli agenti rimane ferito. Non sarebbe andata così, invece, secondo la commerciante Alessandra Latartara, che sostiene non ci sia stata aggressione alcuna e tanto meno la minaccia con un coltello da parte dell’uomo di colore. Nel vespaio di polemiche e indignazione, a decidere chi abbia ragione e chi torto, a questo punto, sarà probabilmente un giudice.

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