La legge regionale, impugnata dal governo, è stata così bocciata dalla Consulta, aprendo in Puglia un «limbo» legislativo non di poco conto: oltre alle procedure già in corso che agivano extra-legem, con la bocciatura della legge erano venuti a cadere anche i paletti posti dalla giunta sulle aree protette e le zone vincolate, nelle quali era fatto divieto di produzione energetica. In pratica, aperto il recinto dagli allora assessori al ramo Frisullo (Sviluppo) e Losappio (Ambiente) troppi «buoi» sono entrati in Puglia nel nuovo business dell’energia pulita, con suoli coltivati incendiati e improvvisamente destinati a nuovo uso e perfino il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata. Di qui la necessità di un cambio di rotta (declamato dal governatore con la spinta ai mini-impianti sugli edifici e la stretta per quelli a suolo) e una nuova regolamentazione, portata avanti dal neo-assessore ed ex pm Lorenzo Nicastro, tramite la quale allineare la Puglia anche alle nuove direttive varate dal governo nazionale lo scorso 2 ottobre con le linee guida sull’energia che confermano la soglia di 1 megawatt per la Via.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Con 35 voti favorevoli (Udc compresa) 24 contrari e un astenuto, il Consiglio ha così approvato ieri le norme che modificano la legge regionale sulla Via del 2001: obbligo di valutazione per tutti gli impianti di 1 megawatt, innalzata a 3 megawatt (su proposta di Sel) solo per gli impianti in aree industriali dismesse; obbligo di Via oltre i 0,5 mw per gli impianti in aree protette; divieto di erbicidi o veleni sui suoli dove installare gli impianti (onde tutelare l’ambiente). Tre gli emendamenti presentati dal governo al ddl di Nicastro, messi a punto dall’assessore allo Sviluppo Loredana Capone con la collega del Territorio Angela Barbanente. 

Nel primo si applica la retroattività della legge ai 180 precedenti la sua approvazione: sono i giorni previsti dalle normative perché la Regione dia il suo parere alla Via richiesta e, in tal modo, si applica alle procedure in corso (circa un quarto delle domande) il nuovo criterio ma si evita all’Ente di ritrovarsi nei contenziosi che le aziende - partite con 10 megawatt - potrebbero aprire; per tutte le procedure precedenti restano in vigore i 10 mw. Nel secondo si esentano dalla Via tutti gli impianti di fotovoltaico strutturale (quelli sui tetti), assoggetandoli alla semplice dichiarazione di inizio attività (Dia). Nel terzo si prevedeva un Regolamento della giunta per applicare le nuove Linee guida del governo: il capogruppo Pdl Rocco Palese ha richiesto una legge vera e propria da portare in Consiglio ed è stato ritirato.

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