Nel territorio di Roseto Valfortore, esemplari del prezioso tubero sono stati trovati soprattutto nel Bosco Vetruscelli, un’area di 150 ettari dove evidentemente sussistono le condizioni climatiche naturali che favoriscono la crescita della pianta. Il tartufo bianco, infatti, vive a stretto contatto con le querce, i tigli, i pioppi e molto raramente lo si trova vicino ad altri tipi di tartufo. Rispetto alle altre varietà, presenta caratteristiche uniche: il colore, innanzitutto, ma anche un sapore più delicato e aromatico. “Per la nostra economia – dichiara Russo – i prodotti della terra e le tipicità enogastronomiche sono destinate ad avere un’importanza crescente anche come vettore di sviluppo del sistema turistico legato alla natura e alla sostenibilità ambientale.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Lo scorso mese, per quattro giorni Roseto Valfortore è diventata una piccola capitale del tartufo grazie all’iniziativa organizzata dall’Unione Enogastronomica del Mediterraneo in collaborazione con l’Amministrazione comunale. Le proprietà nutritive, la trasformazione e l’utilizzo del tartufo nella dieta mediterranea sono elementi importanti per la valorizzazione degli aspetti d’eccellenza del nostro patrimonio ambientale e culturale”.