Carlantino, circa un anno fa, ha ricevuto circa 650mila euro, fondi grazie ai quali sono stati completati solo i lavori sui fabbricati di “classe A” (la prima abitazione con ordinanza di sgombero totale). Restano ancora senza interventi 8 abitazioni di “classe B” (la prima abitazione con ordinanza di sgombero parziale) e 18 di “classe C” (la prima abitazione senza ordinanza di sgombero). Inoltre, restano in attesa di interventi decine di fabbricati rurali. A Celenza Valfortore la situazione non è certo migliore. Anche in questo comune i soldi arrivati sono quelli del 2009 con i quali si è provveduto a sistemare le abitazioni di fascia A e alcune di fascia B: restano senza copertura economica 11 edifici di classe B, 12 fabbricati di “classe C” ma soprattutto 38 di classe D (fabbricati con ordinanza di sgombero con persone non residenti). I fabbricati rurali in attesa di interventi sono ancora 33. “Oltre alla lentezza della ricostruzione siamo molto preoccupati per i danni complessivi al patrimonio edilizio – ha dichiarato il sindaco di Celenza, Francesco Santoro -  I tetti delle case danneggiate dal terremoto stanno crollando, creando problemi anche alle abitazioni confinanti che subiscono infiltrazioni d’acqua e non solo”. Sia per Carlantino che per Celenza si sta prospettando un altro problema, il periodo dello stato di emergenza che scade a fine anno.

{affiliatetextads 1,,_plugin}I due sindaci chiederanno ufficialmente la proroga dello stato di emergenza con una delibera di consiglio comunale e di giunta. “Non ottenere la proroga significherebbe non avere più strutture e mezzi per affrontare la ricostruzione – hanno dichiarato Santoro e D’Amelio – In questa situazione ancora deficitaria diverrebbe ancora più difficile completare la ricostruzione”.  Ricostruzione messa già a dura prova dalla bocciatura dello scorso anno dell’emendamento alla Finanziaria 2010 che prevedeva, per i comuni foggiani e molisani colpiti dal sisma del 2002, risorse fino a 100 milioni di euro l’anno nel triennio 2010-2012. Il provvedimento, respinto dal Senato, era stato presentato dal senatore molisano dell’Idv Giuseppe Astore, proprio per garantire la prosecuzione e il completamento degli interventi. Altro problema per i comuni terremotati è quello del bilancio comunale che, a causa dei mancati introiti delle tasse comunali, si è ulteriormente aggravato. I proprietari delle case soggette a ordinanza di sgombero, infatti, hanno beneficiato dell’esenzione parziale dell’I.C.I. e della Tarsu e i comuni non hanno diritto al relativo rimborso. “Per l’ennesima volta  chiediamo un piano strategico pluriennale o una legge ordinaria dello Stato per avviare una ricostruzione non solo materiale delle case ma soprattutto per garantire una ripresa economica e sociale – hanno concluso i due sindaci – Non si può più andare avanti con piani provvisori e annuali che non ci permettono di dare una svolta definitiva alla ricostruzione”. L’inverno è ormai alle porte ed è una priorità, per Santoro e D’Amelio, monitorare nuovamente la sicurezza degli edifici inagibili. Le prossime precipitazioni piovose e nevose potrebbero aggravare lo stato delle abitazioni mettendo a serio rischio anche l’incolumità delle persone che abitano nelle case adiacenti a quelle inagibili.

In questo scenario a tinte fosche, non mancano però alcune buone notizie. A Celenza, dopo la riapertura negli anni scorsi di alcuni edifici sacri, compresa la chiesa madre “Santacroce”, finalmente è stato riconsegnato alla cittadinanza anche il complesso monumentale di San Nicolò. A Carlantino, invece, pochi mesi fa è stato messo in sicurezza il tetto dell’abitazione di via Matteotti crollato circa un anno fa. Con la messa in sicurezza dell’abitazione, la strada antistante è stata liberata dai puntelli che la sostenevano.