E' lecito dire che il Piano di rientro e la spazzatura napoletana sono stati elementi della medesima trattativa. La Puglia ha concesso la propria solidarietà, ma ha preteso che il governo si disponesse alla firma. L'altro giorno è volata a Roma, convocata d’urgenza al ministero dell’Economia, una delegazione pugliese guidata l’assessore al Bilancio Michele Pelillo per trovare un accordo quadro che sarà ratificato dal Presidente Vendola. È confermato il taglio ai 2.200 posti letto, la riconversione di 19 ospedali, il ticket di un euro sulla ricette, il blocco ai tetti di spesa per i privati e varie altre misure di contenimento delle spese. Anche ieri, come sempre in questi lunghi mesi di trattativa, è andato in scena il braccio di ferro sul controverso processo di internalizzazione (le assunzioni dei lavoratori dell’appalto sanitario in società pubbliche).

{affiliatetextads 1,,_plugin}Anche qui, è confermato lo stop alle internalizzazioni fino alla sentenza della Corte costituzionale che dovrà decidere sulla legge che le autorizza. I dirigenti ministeriali, ad ogni modo, hanno chiesto un ulteriore impegno, respinto dalla Puglia: che in caso di sentenza sfavorevole alla Regione, fossero revocate le duemila assunzioni già eseguite finora. Pelillo e la delegazione si sono opposti: il testo dell’accordo non ne farà menzione. Dalla Corte costituzionale, intanto, arriva una notizia positiva dopo le recenti bocciature. Fiore fa sapere che dopo il via libera alla legge pugliese del 2007 che stabilizzava (cioè assumeva a tempo indeterminato) circa 4.000 lavoratori della sanità, è arrivato un secondo semaforo verde: riguarda 600 medici e infermieri della Asl di Brindisi. Vendola domani pomeriggio firmerà prima la stipula del Piano di rientro sanitario con i ministri Tremonti, Fazio e Fitto. Poi, col solo ministro Fitto, l’accordo sui rifiuti. «Arriveranno - spiega l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro - se le questioni in sospeso tra il governo e la Puglia verranno superate (chiara allusione al Piano di rientro, ndr)».