Come Presidente di una Regione sento il dovere e la responsabilità di scegliere, per lo sviluppo tecnologico della mia amministrazione e degli enti locali della Puglia, le opzioni più sicure, convenienti e aperte. Opzioni capaci di garantire servizi di qualità ai cittadini pugliesi, di generare nuova e buona occupazione e di non vincolare le scelte degli amministratori pubblici ad uno standard proprietario. Per questo la Regione Puglia ha scelto il software libero. È una scelta impegnativa e non ci basta la petizione di principio: vogliamo sostanziarla con atti concreti e investimenti mirati. Vogliamo realizzarlo col concorso di quell’immenso movimento che in Italia ha consentito non solo risparmi, ma anche efficienza, sicurezza, qualità.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Tutto ciò per me, per quello che è il mio sentire, significa “neutralità”. O forse sarebbe più giusto dire “pluralismo”.
Ho l’onore di amministrare una Regione che vuole trasformare uno storico ritardo in un’opportunità per compiere un balzo, vero e diffuso, verso il futuro. Realizzare questa strategia in modo “plurale” significa discutere con tutti senza timori e pregiudizi. Significa moltiplicare, invece che ridurre, le occasioni di cooperazione. Significa considerare anche le grandi imprese una risorsa potenziale per il territorio, a patto che la bussola sia fermamente orientata alla difesa del bene comune e all’abbattimento del digital divide.
Per realizzare tutto ciò - per superare gli ostacoli, evitare che si consolidino vecchie e nuove rendite generate dagli interessi di parte - abbiamo bisogno della collaborazione di tanti. Abbiamo bisogno anche di chi, con competenza e passione, ci rammenta i rischi che corriamo e sottolinea gli effetti nefasti generati da alcune politiche industriali troppo sensibili agli interessi di pochi a danno dei molti. Ritengo che una strada percorribile sia non la censura preventiva ma la gestione aperta dei processi. Perché molte intelligenze funzionano sempre meglio di una sola.

Per questo ci impegniamo, con convinzione, ad una gestione trasparente e aperta delle politiche regionali in materia di ICT.

Ecco il Ddl sull’open source