“La lettura dei dati è eloquente – sono le considerazioni del Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari, Aldo Pugliese – di come la realtà, per i lavoratori, non sia assolutamente migliorata, anzi è sostanzialmente peggiorata. Gli occupati, i lavoratori che producono reddito, sono diminuiti e nel contempo s’ingrossano notevolmente le fila delle non forze lavoro, con in testa gli sfiduciati, ovvero coloro che già da diverso tempo sono rassegnati a non poter lavorare”.

I dati forniti da Unioncamere, che prevedono per il IV trimestre 2010, a consuntivo, a fronte di 94 mila entrate nel mondo del lavoro, ben 158 mila uscite, con un saldo negativo di 64 mila lavoratori, confermano l’analisi di Pugliese. Il saldo, sempre negativo, per la ripartizione Mezzogiorno, nello stesso periodo si attesta a 28 mila lavoratori. Andando oltre si evince che soltanto ad un terzo dei nuovi assunti verrà proposto un contratto a tempo indeterminato, il 15% della assunzioni è riservata ai laureati e il 46% ai diplomati.

{affiliatetextads 1,,_plugin}“I più penalizzati – continua il Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari - saranno i lavoratori con un basso profilo professionale e quelli dipendenti delle piccole e piccolissime aziende, che in un momento di grande difficoltà soffrono prima e più delle altre gli effetti negativi del mercato. I mesi continuano a scorrere inesorabilmente, eppure la realtà per i lavoratori si dimostra sempre più difficile e amara. I tempi ipotetici per la ripresa si allungano sempre di più e la situazione congiunturale precipita giorno dopo giorno, coinvolgendo mercati in passato considerati stabili. Bisogna intervenire – conclude Pugliese - e creare occupazione, incentivare le assunzioni, qualificare e riqualificare il personale, in primis quello a rischio di espulsione o già espulso dal mercato del lavoro, fare una ricognizione dei fondi disponibili e non utilizzati ed individuare, immediatamente, possibilità d’impegno degli stessi per creare infrastrutture materiali ed immateriali. Per il nuovo anno auspichiamo, pertanto, misure che possano realmente invertire il trend congiunturale e creare occupazione, lavoro e capacità di spesa. Un 2011, in sostanza, ben diverso dall’anno che stiamo lasciando”.