“E’ ormai più che evidente l’insorgere di una ‘questione meridionale’ anche in campo assicurativo – afferma Bordo – ipocritamente ed utilitaristicamente fondato sull’innegabile maggior numero di truffe. Ma non si può scaricare sugli automobilisti onesti il costo dell’illegalità, ancor più se questo è il motivo apparente di chiusure e dismissioni realizzate per concentrare energie e risorse nel più ricco nord.

{affiliatetextads 1,,_plugin}Le iniziative assunte in Capitanata dalla Confcommercio e dalle associazioni di rappresentanza dei consumatori sono più che encomiabili e dovrebbero essere valorizzate tanto dal Governo che dagli organismi di controllo, da cui sono stati lanciati ripetuti e documentati allarmi circa le speculazioni sui prezzi.

Con ogni evidenza questa è un’altra delle tante voci di costo, economiche e sociali, attribuibili a quelle lobby che disprezzano la concorrenza ed hanno grande responsabilità rispetto all’arretratezza del Paese. Le loro azioni trovano terreno fertile nel liberismo di facciata della destra berlusconiana – conclude Michele Bordo – giacché anche quello assicurativo è uno degli innumerevoli campi in cui il premier può vantare interessi cospicui e consolidati”.