{affiliatetextads 4,,_plugin}All’articolo 1, tra le finalità della proposta, si legge che “sono ammessi a contributo regionale gli interventi, promossi anche da soggetti privati, finalizzati alla valorizzazione e riqualificazione di strutture, alla riqualificazione urbana, alla conservazione e al restauro del patrimonio edilizio e degli spazi verdi”. Tra gli interventi previsti e finanziabili, la rimozione dai centri storici degli elementi non originari; le opere che contribuiscono alla migliore fruibilità collettiva di beni storici, artistici e sociali; il piano del colore, l’interramento di cavi aerei, la cablatura delle reti, la mimetizzazione delle antenne, la sostituzione d’infissi e di elementi metallici non confacenti alla storia e all’identità urbanistica dei luoghi. “Gli interventi – propone il documento – devono essere realizzati utilizzando, per quanto possibile, tecniche storiche di lavorazione”.

Alla Regione Puglia, inoltre, si chiede “nell’assegnazione dei contributi su interventi finanziati da leggi di settore in campo ambientale, turistico, storico, culturale e sociale” di attribuire “un punteggio di priorità ai comuni riconosciuti come borghi storici che hanno presentato domanda di finanziamento nei relativi bandi”. Fra le 13 cittadine pugliesi che sostengono l’iniziativa ci sono comuni che hanno ottenuto riconoscimenti da parte dei “Borghi più belli d’Italia”, delle “Bandiere Arancioni”, del circuito “Cittaslow” e dell’Unesco.